Corriere della Sera (Bergamo)

Il sogno tricolore coltivato da una macchina da gol

Atalanta sempre a segno almeno due volte. La media spaventosa di Muriel

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Nella mole di dati che dipinge il quadro — quasi da custodire alla Carrara — dell’Atalanta attuale, uno è impression­ante. I nerazzurri, nelle nove partite di campionato fino a ora, hanno sempre segnato almeno due reti. Sempre. In casa e in trasferta. Anche nell’unica sconfitta, quella rimediata contro il Torino. Una potenza di fuoco e una facilità di andare a bersaglio che comincia — più del passato — a spaventare l’elite del calcio italiano, là in alto.

Soprattutt­o se la paragoniam­o alla scorsa stagione, quella contrasseg­nata dal miglior attacco del campionato (i bergamasch­i finirono l’annata a quota 77 reti): dodici mesi fa la squadra aveva segnato esattament­e la metà dei gol rispetto a ora. Ad aggiungere benzina al momento rovente, il dato singolo di Muriel, uno che segna ogni 42 minuti (per la gioia di Gasperini e di chi l’ha acquistato al fantacalci­o). Proprio il colombiano è l’esempio di cosa è cambiato rispetto al recente passato. Il bomber rappresent­a l’alternativ­a che il Gasp non ha mai avuto. Un anno fa un forfait di quasi un mese di Zapata avrebbe gettato i tifosi nella disperazio­ne; ora, complice una panchina che garantisce ricambi di qualità (anche a centrocamp­o), meno. Il 7-1 contro l’Udinese, poi, ha rimesso in vetrina un Ilicic (finalmente) in versione mago. La speranza, per i nerazzurri, è che il match con i friulani (rigore procurato e doppietta) gli abbia definitiva­mente dato la sveglia.

Capitolo classifica. L’Atalanta si trova al terzo posto, a tre punti dalla Juventus e a due dall’Inter. Si comincia a ventilare la parola «Scudetto», come tre anni fa si sentiva in lontananza la parola «Europa» e l’anno scorso «Champions». Certo, siamo ancora agli albori del campionato, ma, risultati alla mano e qualità del gioco in campo, è quantomeno lecito farci un pensierino. Ora. Tra un mese, chissà. Ma se la squadra, che gioca a memoria, ha una condizione fisica da ultra maratoneta e, lo ripetiamo, ha alternativ­e tattiche e tecniche, non si capisce perché il pensierino non possa sopravvive­re. A maggior ragione se si consideran­o una Juventus che sembra meno schiaccias­assi rispetto alle stagioni passate e un’Inter che ha passaggi a vuoto. All’appello manca il

Napoli: l’esame del San Paolo di domani contribuir­à ad avere un quadro più chiaro sulle (potenziali) rivali per un posto al sole.

Due le difficoltà principali che potrebbero impedire di continuare a sognare. La prima è forse un finto problema e riguarda la tenuta mentale, che fa rima con la continuità. Che l’Atalanta ha già dimostrato di avere. Anche ora, perché i bergamasch­i, nell’anno solare (28 partite) sono in testa alla speciale classifica (61 punti), davanti a Juve (60) e Napoli (52). La seconda, ed è quella più concreta, riguarda la difesa. Contro l’Udinese si è verificata l’ennesima sbavatura (di Kjaer) e si è avuta la sensazione che là dietro, anche in un match dominato, sia mancato qualcosa.

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L’ultima squadra a segnare più dell’Atalanta (28 gol) fu il Milan di Capello (foto in alto, a colloquio con Maldini) nella stagione 1992/1993 che mise a segno 29 reti
Lo scontro L’ultima squadra a segnare più dell’Atalanta (28 gol) fu il Milan di Capello (foto in alto, a colloquio con Maldini) nella stagione 1992/1993 che mise a segno 29 reti
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