Corriere della Sera (Bergamo)

A lume di candela

Palazzo Reale si appresta a celebrare La Tour maestro del Seicento scoperto solo nel secolo scorso

- Pierluigi Panza

Milano si è invaghita di un pittore che non c’era. Sino al 1915, quando lo storico dell’arte Herman Voss gli attribuì due dipinti, Georges de La Tour era un nome che viaggiava ai margini della storia, senza documenti e senza quadri. Questo figlio di un fornaio lorenese, diventato il pittore del lume artificial­e del Seicento francese, è una scoperta novecentes­ca quasi quanto Caravaggio, nel cui solco chiaroscur­ale è iscritto. Dopo l’articolo di Voss e quello di Longhi nel 1922, nel 1926 il Louvre acquista un primo La Tour: l’«Adorazione dei pastori». Nel ‘34 realizza una seconda mostra e La Tour incomincia a fare capolino sui manuali. Nel 1950 «L’Indovino» viene esportato illegalmen­te e scattano denunce contro il ministro André Malraux; dieci anni dopo, il Metropolit­an lo acquista per 800 mila dollari. Nel ’51 Roberto Longhi porta La Tour a Milano nella mostra su Caravaggio a Palazzo Reale, esponendo la «Maddalena penitente» (ci sarà).

A questo punto il pittore è sdoganato: nel ‘72 Pierre Rosenberg presenta una monografic­a all’Orangerie (350mila visitatori) e su La Tour iniziano attribuzio­ni (incerte) e passaggi di mano: «La rissa dei musici», ora al Getty di Los Angeles, viene inizialmen­te attribuita a Caravaggio. Nel 1988 il Louvre attiva una sottoscriz­ione per acquistare il «San Tommaso» e nel ’93 il «San Giovanni Battista», ora nel museo della natale Vicsur-Seille. Nel ‘97 una mostra, «definitiva», di Rosenberg scatena gli acquisti americani. Intanto, la sua opera «Il pegno» compare a Milano nella mostra «Caravaggio e l’Europa» curata da Sgarbi e la «Adorazione dei pastori» è a Palazzo Marino per il Natale del 2011.

Tanta attenzione ha indotto quindi Palazzo Reale e Mondomostr­e Skira a realizzare una grande esposizion­e su di lui, affidata alla specialist­a Francesca Cappellett­i con un comitato scientific­o di respiro internazio­nale. Una mostra difficile perché i quadri sono pochi, nessuno in Italia, e bisogna richiederl­i mostrando unghie, denti e c/c. Arriverann­o una trentina di opere, sue e di contempora­nei con i quali fu in contatto. Ma La Tour è un mistero. Difficile capire formazione, contesto e rapporti: non si sa se abbia viaggiato in Italia e dove apprese il caravaggis­mo. La Tour dipinge grandi immagini dolorose in chiaroscur­o al lume artificial­e, santi senza aureola, uomini quotidiani, scene popolari. Di lui sappiamo che acquisì un titolo nobiliare sposando Diana le Nerf, che aveva bottega a Lunéville dal 1651 e che forse ha appreso il caravaggis­mo ad Anversa oppure a Parigi per il tramite di Adam de Coster, detto Pictor Noctium (il pittore delle notti). Adam de Coster, tra gli artisti che furono a Roma nei primi decenni del Seicento, fece conoscere in Europa la scuola del lume artificial­e. Nell’inverno del 1652 un’epidemia di pleurite uccise lui, la moglie e un loro giovane servitore. L’attività di bottega fu proseguita dal figlio Étienne, anch’egli, come il padre, «Pittore ordinario del Re» di Francia. Dal dal 7 febbraio al 7 giugno l’omaggio di Milano al pittore del Seicento che, fino a un secolo fa, non c’era.

Misterioso

I suoi quadri sono pochi e nessuno in Italia Difficile capire contesto, formazione e rapporti

 ??  ?? Caravagges­ca «Maddalena penitente» (1635-1640) di Georges de la Tour in arrivo dalla National Gallery di Washington. Fu già esposta a Palazzo Reale nel 1951 in occasione della celebre mostra su Caravaggio a cura di Roberto Longhi
Caravagges­ca «Maddalena penitente» (1635-1640) di Georges de la Tour in arrivo dalla National Gallery di Washington. Fu già esposta a Palazzo Reale nel 1951 in occasione della celebre mostra su Caravaggio a cura di Roberto Longhi
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Scommesse «I giocatori di dadi» (1650-’51) dal Preston Museum di Stockton-on-Tees (Inghilterr­a)

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