Corriere della Sera (Bergamo)

De Sio e Danieli Signorine terribili al Creberg

De Sio e Danieli aprono giovedì la stagione di prosa al Creberg

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Vivono in una simbiosi fatta di continui battibecch­i, tra i bottoni della loro merceria e nella loro piccola casa, pulita e ordinata, ma priva di calore e affetto. Sono «Le Signorine», ovvero le sorelle napoletane Addolorata e Rosaria, interpreta­te da Giuliana De Sio e Isa Danieli. Sono loro ad aprire la stagione di prosa della Fondazione Teatro Donizetti, al Creberg, da giovedì a domenica prossima, per la regia di Pierpaolo Sepe (alle 20.30, domenica alle 15.30, biglietti da 18 a 31 euro, ridotti da 14 a 24). Entrambe sono trasandate, zoppe a causa della poliomelit­e e zitelle. Arrabbiate con il mondo e costrette a una difficile convivenza, le due signorine trascorron­o le giornate provocando­si a vicenda.

L’idea della piéce è venuta alla De Sio. «Ho incontrato l’autore, Gianni Clementi, a un concerto di mia sorella Teresa, ha voluto sottopormi qualche testo scritto da lui in romanesco — racconta Giuliana —. Leggendo “Le Signorine” ho passato due ore a ridere come una pazza.

Considero la risata un bisogno e soprattutt­o di questi tempi, va ricercata. In napoletano, l’effetto è stato amplificat­o, una comicità drammatica che non annoia mai».

La storia ruota attorno a due sorelle disfunzion­ali, dalle personalit­à diverse. Rosaria, la maggiore, domina e Addolorata, a malincuore, è costretta a subire e, dopo tanti sacrifici e risparmi, vorrebbe godersi la vita. Ma Rosaria non ha nessuna intenzione di farle spendere un soldo. «Mi hanno ridotta a un mostro, il pubblico impiega 5 minuti prima di capire che sono davvero io sul palco — avverte la De Sio —: sciatta, con un arto artificial­e e gobba tanto da dover studiare i movimenti, una vecchia bambina che deve nasconders­i per accendere la tv ed è costretta a rubare la marmellata». A scegliere la Danieli, per il ruolo più cattivo, è stata proprio la collega. «Non sono piacevole — sorride Isa —: avara, una virago, arrabbiata con i genitori che non mi hanno vaccinata, xenofoba, ce l’ho con i cinesi che fanno prezzi più bassi e le moldave che ci rubano gli uomini». Un atteggiame­nto che fa divertire il pubblico. Il registro cambierà nella seconda parte, quando il testo si tingerà di nero e l’atmosfera diventerà pesante per un colpo di scena. I ruoli si invertiran­no. Addolorata da vittima si ritroverà a governare la scena, combinando non pochi guai. La risata lascerà spazio alla commozione affrontand­o temi come la solitudine e la sopraffazi­one.

Affiatate sul palco, tanto da diventare amiche, le due interpreti potrebbero scambiarsi i ruoli ogni sera. «Magari, se fossimo più giovani...», è l’opinione di Isa. «Potremmo eccome, Rosaria è forte, cinica, incattivit­a, il sarcasmo è una corda che ho da sempre», ammette la De Sio. Da napoletane veraci , non manca il rito scaramanti­co, ogni sera, prima di calcare la scena. «Io e Giuliana ci salutiamo dandoci un bacio, a quel punto ci sono solo Rosaria e Addolorata».

Giuliana De Sio «In scena sono sciatta, con una gobba e un arto artificial­e. Mi si riconosce a fatica»

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