«Nozze finte». Arriva la polizia E gli sposini finiscono in cella
Pavia, caos in municipio. Indagini sul matrimonio in corso fra egiziano e italiana
Luna di miele in camera di sicurezza per due neo sposini che mercoledì mattina sono stati arrestati dalla polizia nel corso del loro matrimonio civile a Pavia. Sulle indagini, tuttora in corso, vige il massimo riserbo, ma l’ipotesi più plausibile è quella del matrimonio di facciata, concordato tra i coniugi — lui egiziano di 31 anni, lei italiana di un anno più giovane — innamorati per convenienza.
Sotto gli affreschi della Sala del Consiglio di Palazzo Mezzabarba, sede del Municipio, in calendario c’è un matrimonio civile, uno dei tanti che ogni settimana vengono celebrati nella location rococò. È quasi mezzogiorno e gli sposi, accompagnati da testimoni e una manciata di invitati, si accomodano per la cerimonia. Ad officiare il rito, anziché un consigliere comunale o un assessore, come accade di frequente, c’è un dipendente dello Stato civile. Ma in un attimo, quello che doveva essere un giorno indimenticabile, si trasforma in una scena da film poliziesco: dopo la lettura degli articoli del codice civile relativi alla contrazione del matrimonio da parte dell’officiante, i due guardandosi negli occhi pronunciano il loro «sì». Una volta sancita l’unione, l’applauso viene interrotto, le porte si spalancano, e il primo piano di palazzo Mezzabarba improvvisamente si popola di agenti in divisa e in borghese, che interrompono i festeggiamenti e arrestano i coniugi. Di certo un momento che resterà indelebile, non per lo scambio di promesse, ma per il blitz condotto dalla Polizia postale di Milano che ha coordinato le operazioni con l’ausilio dei colleghi della Questura di Pavia. Irruzione che alcuni dipendenti comunali e visitatori a palazzo, sbigottiti ed increduli, sono riusciti anche a riprendere con il telefonino.
Dunque, questo matrimonio non s’ha da fare: gli invitati sono stati allontanati e hanno lasciato la cerimonia, mentre gli sposi, aspettando l’arrivo delle auto di servizio, sono stati »rinchiusi» nell’ufficio del presidente del Consiglio comunale, che ha dovuto cedere la propria sala, adibita per l’occasione a cella di sicurezza.
Pochi minuti dopo, sul piazzale del municipio, al posto del tradizionale lancio del riso e delle foto di rito con amici e parenti, sono arrivate alcune volanti della polizia; gli aspiranti sposi sono stati fatti salire a bordo delle vetture e portati via con un corteo decisamente poco festoso.
Tra gli invitati una signora di 51 anni avrebbe anche accusato
Intervento Per bloccare i coniugi è stato requisito l’ufficio del presidente del Consiglio comunale
un malore per lo shock, ed è stato richiesto l’intervento del 118 che ha inviato i soccorritori. Nessuna dichiarazione, per il momento, da parte della polizia sull’operazione rocambolesca, i cui contorni, ancora da chiarire, verranno illustrati alla stampa nei prossimi giorni, anche se l’arresto dei due sposi in pieno centro città non è passato di certo inosservato.