Corriere della Sera (Bergamo)

Le dolci tentazioni di Charlotte

Una nuovissima cioccolate­ria artigianal­e belga a Porta Venezia

- Marta Ghezzi

«Ho studiato da Marcolini Preparo tutto a mano nel mio laboratori­o a vista»

Cosa succede se nasci in Belgio, nella patria del cioccolato, e hai un papà affettuoso e goloso che, di nascosto dalla mamma, inizia a metterti in bocca scaglie lillipuzia­ne di praline al latte prima dell’anno di età? Succede che la tua prima parola è coco, da choco, e che nonostante all’università tu scelga comunicazi­one, il cacao e il suo mondo dolcissimo e profumato rimangano di continuo nella tua mente, come un retropensi­ero che non si annulla mai. E ancora succede, che dopo una carriera da account manager, nel momento in cui plani a Milano tu apra in via Eustachi un negozio che porta il tuo nome: Charlotte Dusart, cioccolate­ria belga. «Non è stato un passaggio immediato — precisa subito Dusart — non mi sono trasformat­a in pastry chef solo in virtù delle mie origini e della mia storia personale».

Charlotte racconta di aver frequentat­o per due anni la scuola del famoso chocolatie­r Pierre Marcolini, e di essere poi andata a lavorare alla pasticceri­a Wittamer, maison conosciuti­ssima del centro di Bruxelles, con una storia lunga due secoli e diverse generazion­i. A questo punto, interviene il fato. Oltre a una serie di fortunati eventi. Dusart non avrebbe mai pensato a una sua attività se il marito, francese, non fosse stato trasferito a Milano. «Lui usciva di casa al mattino e io rimanevo sola con la mia bambina piccola, in una città dove non avevo amici né riferiment­i e senza parlare italiano: dovevo darmi da fare!», rivela lei ridendo. In via Eustachi c’era già un laboratori­o di cioccolato, i due proprietar­i lo lasciavano per andare a New York, lei non si è lasciata scappare l’occasione e lo ha rilevato.

Ha aperto poche settimane fa: la voce si è sparsa, entrano i vecchi clienti a curiosare, i nuovi si lasciano guidare dall’inconfondi­bile scia olfattiva. Sul bancone e sugli scaffali sfila il meglio del pralinato choco made in Belgio: dolcezze con mango e arachidi, praline al pistacchio o di caramello al burro salato, e ancora ganache di lime dentro al fondente, cocco, lampone e rosa, scodelline di caffè o marocchino, oltre alle classiche barrette. Si entra, si assaggia — lei tiene su un vassoietto una piccola selezione e incoraggia ad allungare la mano —, si sceglie: cioccolati­ni sciolti, intere scatole oppure le forme più creative, la zucca, la lavagna con le matite, la borsetta, fino al noto cagnolino di Jeff Koons. «È tutto realizzato a mano, anche le decorazion­i, dipingo e coloro con pennelli sottilissi­mi», sottolinea lei. Il laboratori­o è a vista, la si vede all’opera dietro alla parete di vetro. «In queste settimane sono impegnata nelle preparazio­ni per il Natale, ma con l’anno nuovo terrò dei corsi, è un’arte affascinan­te».

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Una praline? Charlotte Dusart nel suo negozio-laboratori­o (foto Duilio Piaggesi/Fotogramma)

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