Fabio Volo in via Venti a firmare copie
Esce «Una gran voglia di vivere» che fotografa le contraddizioni di una relazione. «Mai annullarsi»
«Una gran voglia di vivere», (Mondadori). È la storia di Marco e Anna, coppia in crisi con un figlio, Matteo. Lasciarsi o ricominciare? La domanda è il filo conduttore del romanzo che, tra la frenesia milanese e un viaggio in Australia e Nuova Zelanda, fotografa le contradizioni di una relazione, alla ricerca di un nuovo modo di stare insieme.
Nell’epigrafe cita «ricordare cosa significa essere me. È sempre quello il punto» di Joan Didion. Perché?
«Parlo di una crisi di coppia e uno dei motivi scatenanti è quando ci si annulla per una relazione o per la famiglia. È come se si fosse incastrati in una situazione e ti viene voglia di vivere, da qui il titolo. Uno può rinunciare a delle cose, ma se rinuncia alla propria essenza il banco salta».
Per quali cose non è disposto a scendere a compromessi? «Per la mia salvaguardia e sopravvivenza ho bisogno di solitudine, di esprimere la mia creatività ed esercitare la curiosità».
Quanto c’è di autobiografico nei suoi libri?
«Seguo quanto mi accade come fosse una fase, ma non racconto la mia vita. Prendo spunto da paure, domande e curiosità, che estendo a chiunque, perché simili a quelle che vivono gli altri. Così nel primo libro c’è la storia di un ragazzo che ha paura di entrare nel mondo del lavoro, di approcciarsi all’età adulta e alle responsabilità, nel secondo lo fa, ma gli vengono delle ansie, nel terzo vuole viaggiare… È tutto solo un grande libro. Avendo parlato di relazione, matrimonio e figli, mi mancava quello sulla crisi, quindi il prossimo sarà sul divorzio (ride, ndr)».
In ogni libro ci sono donne. In questo Anna, una protagonista come Marco. Quanto influisce il punto di vista femminile nella sua scrittura?
«Il mio lato femminile è importante, mi nascondo molto nelle donne che descrivo. Rappresenta la parte creativa, intuitiva. La donna ha una visione originale delle cose. I maschi sono più pratici».
Piuttosto di psicologia femminile, in un passaggio del romanzo scrive: «Dietro ogni donna arrabbiata c’è un uomo che non ha idea di che c…. ha fatto». Aforisma di vita vissuta?
«Sì. Quando parlo con gli amici o ci scambiamo messaggi in chat è una situazione ricorrente: a volte vi incavolate ed è difficile comprendervi. Una donna è complessa e l’uomo non ha gli strumenti per capirla tutta. Questo crea nella donna una frustrazione, sfogata nella convivenza. Così vi lamentate dei calzini buttati ovunque, del letto sfatto, dei piatti non lavati… Ma sono solo espedienti per tirare fuori la frustrazione». Quanto influisce essere deejay nello scrivere?
«Il lato radiofonico determina la musicalità e il ritmo».
Se dovesse paragonare la sua scrittura a un cantante?
«Penso a Nick Drake, che ascolto quando scrivo. Sono un malinconico finto allegro».
Nel libro Loredana le chiede di consigliarle un libro. Quale considera un suo riferimento e quale consiglierebbe?
«Sono innamorato di La vita davanti a sé di Romain Gary. Mi piace Philip Roth, La trilogia di New York di Paul Auster, Garcia Marquez e i classici. Consiglieri un libro di Dostoevskij».
In ogni suo romanzo si respira voglia di vivere.
«Vivo più della media e meno di quello che vorrei».