Muore in A4 Il dolore della madre
Tamponato in autostrada, il dolore della mamma
Igenitori lo aspettavano a casa, nella villetta di Monasterolo. Graziano Totis sarebbe passato per un caffè, prima del turno di lavoro, alle 5.30. Lo faceva tre volte la settimana per stare vicino ai genitori, ora che si era trasferito a Milano a convivere con la sua ragazza. «Alle 7 — racconta la mamma — ho chiamato il 112 e mezzora dopo c’erano qui i carabinieri a dirci che nostro figlio era morto». Aveva 35 anni e alle 4.30 viaggiava in A4, da Milano verso Bergamo. Un Volkswagen Transporter lo ha tamponato all’altezza di Osio.
L’auto imbocca la salita di via Ugo Foscolo e Luisa Di Salvio si asciuga le lacrime.
La luce in casa Totis si è accesa all’alba, ieri, nella villetta con il divano a dondolo accanto all’uscio e i due cagnetti che non danno tregua a chi s’avvicina alla recinzione. Graziano sarebbe passato per un caffè, prima del turno di lavoro, alle 5.30. Lo faceva tre volte la settimana per stare vicino ai genitori ora che si era trasferito a Milano a convivere con la sua ragazza. «Ma sono arrivate le 6, poi le 6.30 e lui non si vedeva. Al telefono non rispondeva, la sua amica diceva che era partito e che non lo aveva più sentito. Le mandava sempre un messaggio all’arrivo. Alle 7 ho chiamato il 112 e mezzora dopo c’erano qui i carabinieri a dirci che nostro figlio era morto in un incidente».
Luisa Di Salvio è la mamma di questo figlio unico a cui molti faticano a dare un volto, a Monasterolo del Castello. «Perché ha presente il tipico bravo ragazzo casa-lavoro, lavoro-casa?», dice il meccanico della zona. L’utilitaria su cui Luisa piange, lungo la salita, è guidata dal marito Enrico, ora in pensione dopo i bar gestiti a Torre Boldone e Alzano Lombardo e l’ultimo periodo da operaio. Si ferma davanti al cancello alle 14.15. Tornano da Bergamo. Volevano vedere la salma del figlio, ma è sotto sequestro per l’autopsia che il pm Chiara Monzio Compagnoni farà eseguire nei prossimi giorni (poi sarà fissata la data dei funerali). Graziano Totis aveva 35 anni e alle 4.30 viaggiava in A4 con la sua Dacia Duster, da Milano verso Bergamo perché, appunto, aveva mantenuto il posto a Casazza. Lo aveva cambiato da poco. «Dopo vent’anni al caseificio Paleni, dove ho lavorato anch’io, si era spostato alla Progetti e Servizi a fare i pavimenti», racconta il padre. Per cause che la Polizia stradale sta accertando un Volkswagen Transporter lo ha tamponato all’altezza di Osio. «Ci hanno detto che è morto sul colpo», è di nuovo la mamma. Era su una delle corsie centrali, a quell’ora il traffico era al minimo. L’urto è stato violentissimo. Sul furgone c’erano due milanesi: al volante L.Z., 39 anni, di Inzago, accanto R.A., 30, di Bussero, il primo ricoverato alle Gavazzeni e l’altro, più grave ma non in pericolo di vita, al Papa
Giovanni. Nessuna traccia d’alcol, le ipotesi sono il colpo di sonno oppure una fatale disattenzione. Forse lo chiariranno i due feriti stessi quando saranno nelle condizioni di parlare.
Mentre in autostrada i soccorritori erano nel pieno dell’intervento, i genitori di Graziano lo aspettavano per il caffè. «Mi sentivo che era successo qualcosa», si sfoga Luisa. Dalle due villette accanto i vicini scendono in strada per abbracciarla. Una coppia milanese, che a Monasterolo passa le sue vacanze da vent’anni, ha saputo direttamente da lei, con una telefonata, e subito si è messa in viaggio. Nell’altra abitazione è bastato affacciarsi dalla finestra per capire: c’erano i carabinieri, uno di loro abbracciava il padre di Graziano. Enrico Totis è nato poco distante. Indica la casa bianca quando spiega che anche i suoi genitori, i nonni, sanno. Li ha informati subito. «Graziano era buono — lo ricorda la madre —, aiutava tutti e amava gli animali». I due cagnolini con le cucce in giardino, le capre allevate dal papà. «Era un ragazzo come tanti. Lavorava, qualche volta usciva la sera ed era un militante della Lega», aggiunge mostrando una foto dove è sorridente. «Sognava di farsi una famiglia sua, sabato è stato qui ed era contento».
Andava al lavoro Graziano Totis era diretto a Casazza. Prima sarebbe passato dai genitori
I progetti «Era da poco andato a convivere a Milano, sognava di farsi una famiglia sua»