Terziario, meno investimenti
Un punto sotto. Prestiti aumentati per liquidità e cassa
Cala la fiducia nel Paese e il Terziario ora investe meno.
Bene (rispetto al resto d’Italia), ma non benissimo. La fiducia degli operatori del terziario bergamasco, aziende e società che si muovono nell’ambito del commercio, dei servizi e del turismo — sono 46.026 pari al 66% del tessuto imprenditoriale orobico — cala. Troppo incerto il quadro politico nazionale e, a cascata, minor fiducia anche nella propria attività. Niente per cui stracciarsi le vesti, intendiamoci, perché gli scostamenti sul semestre che la ricerca di Format Research su incarico dell’Ascom mette in evidenza sui parametri in esame — credito e percezione generale — non giustificano allarmismi. Uno, due punti al massimo sugli indicatori indicano una sostanziale tenuta delle posizioni: i ricavi flettono, l’occupazione sale di qualche decimale, migliora lievemente anche la tempistica dei pagamenti, mentre si abbassa di poco la quota di imprese che sono riuscite a far fronte al proprio bisogno finanziario. Con queste premesse, le domande di finanziamenti alle banche si mantengono sostanzialmente stabili. Il motivo, come evidenziato dal direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini e dal presidente della Cooperativa Garanzia Fogalco, Riccardo Martinelli, è semplice: «Si chiedono prestiti quando si vuole investire. Ma l’investimento è connesso alla fiducia riposta nell’economia del Paese». Molti banchieri amano ripetere in queste circostanze è che «l’acqua è tanta, ma il cavallo non beve»: pur in presenza di disponibilità finanziaria da parte delle banche, manca la richiesta degli imprenditori. Perché il credito si divide in due filoni: quello che riguarda gli investimenti (in calo di un punto) e quello per esigenze di liquidità e cassa (2 punti in più in percentuale). Le imprese del terziario esprimono giudizi negativi per le condizioni con cui viene concesso il finanziamento, con un lieve peggioramento del costo dell’istruttoria e della durata del prestito. Per un’impresa bergamasca su quattro peggiorano le richieste di garanzie da parte delle banche, così come aumentano i costi, elemento fondamentale nei ricavi dei bilanci bancari. Ma la Bergamo terziaria veleggia tra luci ed ombre. Nell’ultimo decennio è cresciuta dell’8%, ma nei primi 6 mesi del 2019 ha visto scendere di 424 unità il comparto: 1.353 sono state le nuove aperture e 1.777 le chiusure. Il conto è in rosso.
Giudizi negativi Dalle imprese orobiche per le condizioni con cui viene concesso il finanziamento