Il Festival Pianistico omaggia Schubert e Bruckner
È nel nome di Martha Argerich che il Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo inaugurerà la prossima stagione concertistica. Rassegne ed eventi collaterali che affiancano il calendario principale saranno presentati a gennaio, ma sin da ora è possibile scorrere i principali nomi in lista, messi in fila, dal 25 aprile al 30 maggio, sotto il titolo di Armonie sospese.
Robert Schubert e Anton Bruckner saranno i compositori ai quali questa 57esima edizione è stata dedicata: Schubert si colloca perfettamente sotto il segno di quelle «non-novità» — come spiegate l’anno scorso dal direttore artistico Pier Carlo Orizio — che, sorta di viatico esperienziale, ancora conservano la forza di rivelare nuove scoperte. Il nome di Bruckner, viceversa, per la prima volta compare al festival a pieno titolo: «Nel nostro Paese solo negli ultimi anni le sue opere maggiori hanno cominciato a conquistare una relativa popolarità, altre — racconta Orizio — come la Sesta Sinfonia, in programma con Mikhail Pletnev, sono del tutto sconosciute al grande pubblico. Colmare questa voragine è un impegno, gravoso ma esaltante, che il Festival vorrebbe assumersi per i prossimi anni, in previsione del bicentenario dalla nascita che cadrà nel 2024». Le sospensioni armoniche del titolo rimandano ad alcuni procedimenti armonici schubertiani, la cui arditezze, negli ultimi lavori, devono molto alle relazioni tonali di terza, che introducono una condizione d’incertezza nella dinamica direzionale dell’opera, quasi un marchio di fabbrica. E se con Schubert il festival ripercorrerà il sentiero che più gli è consono, quello del pianoforte — molti i programmi dedicati alle sue composizioni, tra cui le ultivedrà me sonate, gli improvvisi, l’Arpeggione e la trascrizione di Liszt della Fantasia Wanderer —, con Bruckner non mancherà il contraltare sinfonico, che accoglierà alcune delle sue titaniche fatiche orchestrali. Lo sguardo al cartellone ritrova poi, eccellente consuetudine, l’attenzione che il Pianistico dedica agli interpreti più giovani, presenza costante accanto ai big del concertismo internazionale. Sono, piuttosto, i nomi di questi ultimi che, senza nulla togliere all’incommensurabile valore artistico, piacerebbe vedere ruotare con maggiore frequenza. L’inaugurazione il ritorno al Teatro Sociale di Argerich, icona del pianismo contemporaneo, che l’anno scorso era stata addirittura artist-in-residence. Esattamente come nel 2018, l’argentina ritorna accompagnata dalla Filarmonica del Festival, diretta dal Pier Carlo Orizio e in compagnia della giovane Theodosia Ntoku, cui cederà la tastiera nella seconda parte. Alexander Lonquich, Arcadi Volodos e Grigory Sokolov sono gli altri big, mentre tra i giovani si segnalano Dmitry Shishkin, la tredicenne Alexandra Dovgan, Filippo Gorini e Federico Colli. Per le orchestre, dopo oltre vent’anni ritornerà la Philharmonia inglese, sul podio sempre Orizio; un debutto sarà invece quello della Athens State Orchestra. Pletnev, infine, sarà alla testa della sua Russian National Orchestra.
Ritorno Nel 2018 la pianista argentina era stata artist in residence della manifestazione