Corriere della Sera (Bergamo)

A morte i terroristi che uccisero Maria

In Bangladesh sette condannati per l’assalto del luglio 2016 Il marito della Riboli: «La sentenza? Voglio evitare polemiche»

- Di Desirée Spreafico

Sette condannati a morte per la strage di Dacca del 2016, quando un gruppo di estremisti islamici assaltò un locale frequentat­o da turisti. Tra le 22 vittime, anche Maria Riboli di Solza. Ieri sono arrivate le condanne per i terroristi: sette pene capitali. «Il dolore per la morte di Maria non passerà e la decisione dei giudici in Bangladesh non ci dà conforto e non fa giustizia», le parole della sorella Graziella.

ricordo torna al sorriso di Maria Riboli, la giovane mamma di Solza appassiona­ta di moda. L’attentato in cui la 34enne morì a Dacca, il 1° luglio 2016, è una ferita che non si rimargina per i famigliari. Ieri, dal Bangladesh, la sentenza di primo grado: sette imputati, accusati di aver pianificat­o l’attacco e aver fornito le armi, sono stati condannati a morte per impiccagio­ne, un ottavo è stato scagionato. I sicari, invece, furono uccisi dalle forze dell’ordine la notte stessa dell’assalto nella capitale bengalese.

«La decisione dei giudici non ci dà conforto e non fa giustizia», commenta Graziella Riboli, la sorella di Maria. «Ero al corrente della fase finale del processo, nei giorni scorsi il console a Dacca mi aveva contattata — continua —. Mi aspettavo la pena capitale, è prevista in Bangladesh, ma la mia famiglia non ha mai condiviso l’odio, anche se alla lettura della sentenza gli imputati non hanno mostrato nessun segno di pentimento».

Erano le 21.20 locali, tre anni fa, all’Holey Artisan, un caffè nel quartiere di Gulshan, frequentat­o da molti stranieri. Maria era lì, una serata dopo il lavoro come tante, nel Paese asiatico seguiva la proIl duzione e il controllo qualità per la Stylelab di Bergamo, società del settore tessile. Poi l’irruzione di cinque estremisti armati. Un assedio durato 12 ore e costato 22 vittime, di cui nove italiane. «Furono ore interminab­ili — racconta la sorella Graziella —. Il primo a informarci fu il suo datore di lavoro. Abbiamo acceso la tv e iniziato a telefonarl­e». La certezza che Maria fosse in quel locale e il cellulare irraggiung­ibile lasciavano pochi dubbi sulla sua sorte: «Ma la conferma ufficiale dalla Farnesina è arrivata solo nel pomeriggio del 2 luglio. Sono giornate terribili, il ricordo è riaffiorat­o lo scorso anno con la chiusura delle indagini italiane e adesso con la sentenza in Bangladesh». L’attacco terroristi­co venne rivendicat­o dallo Stato Islamico, ma le indagini si concentrar­ono subito sul Jamaat-ul-Mujahideen Bangladesh (JMB), un gruppo islamista locale.

Maria Riboli era cresciuta a Vigano San Martino, in Val Cavallina, poi, dopo il matrimonio con Simone Codara si era trasferita a Solza dove viveva con la sua bimba, che all’epoca non aveva ancora tre anni. «Manca. Manca a tutti — commenta il marito, che è stato a Dacca l’anno successivo la morte della moglie —. Maria era così appassiona­ta al suo lavoro, sapeva che quella non era una zona tranquilla, sarebbe dovuta tornare solo qualche giorno dopo». Sulla pena di morte agli appartenen­ti al gruppo terroristi­co, Codara preferisce non commentare: «Non voglio epsrimermi per non creare polemiche».

Il prossimo 18 dicembre a Palazzo Frizzoni si concluderà il concorso, aperto agli studenti di moda di tutta Italia, intitolato a Maria Riboli, con l’assegnazio­ne delle borse di studio. «Per questa terza edizione Ubi Banca ha integrato il premio destinato agli studenti dell’istituto Caniana — spiega la sorella Graziella —. Il dolore per la morte di Maria non passerà. La strada della non violenza è in salita, ma è il percorso che abbiamo deciso di affrontare, è quello che Mari avrebbe voluto».

❞ La strada della nonviolenz­a è in salita ma è quella che avrebbe voluto Mari Graziella Riboli sorella

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Una cerimonia in memoria delle vittime di Dacca del 2016. Sopra, Maria Riboli aveva 34 anni quando morì nell’attentato
Il ricordo Una cerimonia in memoria delle vittime di Dacca del 2016. Sopra, Maria Riboli aveva 34 anni quando morì nell’attentato

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