Corriere della Sera (Bergamo)

La nuova ipotesi sul folgorato: voleva il rame

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L’ipotesi del suicidio sembra accantonat­a: è probabile che il pensionato folgorato lunedì su un traliccio, a Colere, stesse tentando di tranciare i cavi della linea elettrica per poi asportare il rame.

L’ipotesi più concreta per spiegare la tragedia del pensionato morto folgorato su un traliccio della linea elettrica, a Colere, non è quella di un suicidio ma di un tentativo di furto. Un paio di indizi fanno ritenere ai carabinier­i e alla Procura che Filippo Belingheri, 67 anni, ex muratore, stesse provando ad asportare i cavi per poi rivendere il rame. Vicino al traliccio è stato trovato un paio di cesoie trancia-cavi. Il dubbio era che si potesse trattare di un attrezzo dimenticat­o sul posto dai dipendenti dell’Enel. Ma la società titolare di quella linea è stata interpella­ta e ha smentito che le cesoie fossero dei suoi addetti. Altro elemento non indifferen­te: due cavi collegati al traliccio erano tagliati. Un altro è quello cui è rimasto agganciato il corpo del pensionato. Parte della linea non era più attiva e Filippo Belingheri lo sapeva? L’Enel lo esclude, ma è noto ai carabinier­i che per rubare il rame si possono tranciare anche i cavi in cui passa la corrente, utilizzand­o cesoie isolate ed evitando accuratame­nte contatti con il corpo. L’ipotesi del furto è quindi la più concreta e potrebbe spiegare la situazione trovata dal 118 e dai carabinier­i a Colere ( foto), dopo l’allarme lanciato dal figlio di un altro pensionato che cura delle arnie nella zona di via Torrente Rino: la strada si stacca dalla provincial­e in paese e si addentra tra pendii e boschi, con molti sentieri per camminare. Una zona che Filippo Belingheri conosceva bene, perché era nato e cresciuto in Valle di Scalve. Il suo nome, però, non era mai balzato all’occhio dei carabinier­i: non aveva precedenti penali.

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