Scontri e polemiche «Nessun controllo per gli ultrà croati»
Un vecchio supporter: «Paura per la prima volta in tanti anni»
«Vado allo stadio da quando ero bambino, ho partecipato a tanti scontri e mi hanno anche daspato, ma l’altra sera è stata la prima volta che ho avuto davvero paura». Il vecchio tifoso si massaggia la costola colpita da una bottiglia tirata dai tifosi della Dinamo Zagabria e rivede l’aggressione davanti a San Siro, con le folate degli ultrà croati che si riversavano sugli atalantini davanti ai furgoni dei panini. Fra i nerazzurri ci sono otto feriti: a uno di loro è arrivata una bottiglietta in un occhio ma sembra non sia niente di grave. Ce ne sono stati alcuni spintonati e schiaffeggiati mentre scendevano dalle auto o mentre erano in coda agli ingressi, mentre altri sono stati buttati a terra per rubare loro le sciarpe. Quattro feriti anche fra i croati: si sono fatti male mentre tentavano di scavalcare le barriere del parcheggio degli ospiti. Tre ultrà ospiti hanno ricevuto i daspo in mattinata e altri sei agli ingressi del Meazza quando sono stati trovati con dei fumogeni. Sulla base dell’informativa stilata della Digos milanese, il capo del pool antiterrorismo di Milano Alberto Nobili potrebbe aprire un fascicolo per danneggiamenti e lesioni.
«Ce li siamo visti venire addosso di colpo, staccandosi dal corteo che arrivava scortato dalla polizia — racconta il tifoso —. Erano un centinaio, avevano sciarpe con tondini di ferro all’interno, pistole lanciarazzi, bottiglie che ci tiravano addosso. Se la sono presa con tutti, hanno anche ribaltato un ragazzo in carrozzina. Un comportamento animalesco come quello non l’avevo mai visto, da giovane li avrei affrontati e mi sarei messo nei guai ma ho preferito scappare. Sembrava che nessuno facesse niente».
Scene simili sono raccontate dal deputato Daniele Belotti in una lettera inviata a questore e prefetto di Milano. Belotti ricorda che la partita «era classificata a rischio 4, il livello più alto, per la nota intemperanza della tifoseria croata», alla quale «è stato concesso di fare un corteo che ha paralizzato il traffico cittadino». A un centinaio di loro «è stato concesso di arrivare in prossimità dell’ingresso della curva riservata agli atalantini, hanno aggredito tifosi, donne, anziani e bambini compresi, con bastoni, lancio di bottiglie senza che alcun agente di polizia intervenisse». Secondo Belotti «pare che la gestione delle forze di polizia in quella zona dello stadio fosse più indirizzata a controllare i tifosi atalantini, ad esempio allontanandoli da un bar, che i supporters ospiti». Tanto che «a fronteggiare l’aggressione dei croati sarebbero intervenuti alcuni sostenitori atalantini, in difesa delle persone aggredite e a terra», fino a quando «gli ultrà della Dinamo si ritiravano spontaneamente verso il loro settore».
Belotti chiede «come sia stato possibile gestire in modo così approssimativo un servizio d’ordine per una gara che si sapeva ad alto rischio».
Si rivolge direttamente al ministro degli Interni Luciana Lamorgese il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Il quale fa riferimento alla gara d’andata, quando c’erano stati «bus della curva trattenuti per ore alla frontiera e condotti allo stadio solo a metà partita. La Croazia fa parte dell’Ue eppure ha blindato il confine, passando al pettine ogni zaino dei tifosi atalantini». E si chiede «perché non sia stata utilizzata altrettanta attenzione, per non dire rigidità, nei confronti di questa tifoseria notoriamente scalmanata».
La politica Interventi di Calderoli e Belotti per chiedere come è stato gestito l’ordine pubblico