Furto in casa Quel video 5 giorni prima
Al processo, le tre rom ammettono. Una è mamma e va ai domiciliari a Venezia: i carabinieri la devono scortare
Settanta chilometri e avrebbero festeggiato. A Paderno Dugnano, dove vive una di loro, le tre rom sarebbero arrivate con 47.700 euro in contanti rubati nella cascina di un settantenne, a Casnigo. Se non fosse stato per i carabinieri che le hanno bloccate in strada. Se non fosse stato per un vicino del derubato che li ha avvertiti per tempo. E per un residente che cinque giorni prima aveva girato un video con il telefonino. Tre donne maneggiano la catena che blocca un vialetto. Due passano sotto, la terza resta in strada. Vanno alla porta e alla finestra di una casa, per poi girare i tacchi.
Se le donne del video siano le tre arrestate per il furto a Casnigo non si può dire con certezza. Ma si somigliano, due bionde e una mora proprio come le imputate al processo per direttissima di ieri. Di sicuro, quel filmato era finito ai carabinieri e aveva innescato un tam-tam tra gli abitanti di Casnigo e Colzate. Un campanello d’allarme che suonava più o meno così: «Attenzione a tre donne che girano con una Panda scura». Qualcuno l’ha suonato venerdì mattina, dopo aver avvistato l’auto. Quando ha chiamato la centrale della compagnia di
Clusone, i carabinieri di Fiorano sapevano già di chi si trattasse. Di quelle tre forestiere, in una zona in cui tutti si conoscono, sospettate di aggirarsi in cerca di deboli serrature o persone ingenue da cui farsi aprire la porta.
Con il settantenne non ce n’è stato bisogno. Era uscito per sbrigare delle commissioni e aveva lasciato le chiavi nella serratura. Soprattutto, come cassaforte dei suoi contanti usava le buste delle bollette nella credenza. Non sono emersi indizi che le tre lo sapessero. Al di là del video, però, si sa che in zona erano già state perché l’ha ammesso Marica Lorch, 56 anni: «Eravamo venute per acquistare delle uova». I sei passepartout che aveva, dice, sono sue vecchie chiavi di casa. Lei e Klementina Lorch, 59 anni, sono entrate in quella del pensionato ma si sono contraddette su chi avesse materialmente preso i soldi. Natascia Dicolombi, 24 anni, figlia di Marica, era rimasta fuori ma è nella sua borsa che i carabinieri (con quelli di Fiorano anche una pattuglia di Casnigo) hanno trovato la maggior parte dei contanti. Di fatto, tutte e tre hanno ammesso. Hanno precedenti. Il loro avvocato di fiducia, Diego Torta di Torino, ha chiesto che l’arresto non venisse convalidato: sono state bloccate un’ora dopo il furto. C’è comunque la quasi flagranza, ha respinto il giudice Alberto Longobardi, che per le prime due donne ha disposto il carcere, come chiesto dal pm. Per la più giovane i domiciliari, ma solo perché ha una bimba. A Venezia, con scorta dei carabinieri viste le esigenze cautelari. I militari si sono dovuti riorganizzare dopo una direttissima terminata a metà pomeriggio. Erano arrivati in sei con un Ducato, per portare le tre arrestate insieme. Programma post udienza: accompagnarne due in via Gleno e la terza a prelevare il Dna (per la banca dati), prendere l’auto per Venezia. Altri 220 chilometri, e ritorno, che probabilmente avrà macinato una pattuglia del turno serale. E non è finita. La sentenza sarà il 9 dicembre.