VEDERE CON LE MANI sculture e nuove sensazioni
Guide d’eccezione sei persone cieche. «Con il tatto si scoprono i dettagli»
Una mascherina oscurante, un po’ di fiducia e tanta curiosità sono gli ingredienti da portare con sé per conoscere le sculture della Carrara in un modo mai provato: con le proprie mani, grazie al racconto e alla guida di sei persone cieche. Si tratta del progetto sperimentale «Valori tattili» che mira all’inclusione del pubblico non vedente: durante otto appuntamenti, uno al mese fino a giugno, queste guide d’eccezione accompagneranno i visitatori nell’ammirare con il tatto sei sculture dell’Accademia Carrara, selezionate tra quelle della Collezione Zeri.
«Il tatto è un senso onesto, non inganna come può fare la vista» dice Paolo Parimbelli, referente del progetto per Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti che ha concesso il patrocino, sottolineando quanto conoscere qualcosa grazie alle mani sia molto diverso dal solito sguardo: il marmo del «Giovane cacciatore indiano» di Randolph Rogers si trasforma quasi sotto le dita sentendo prima il liscio perfetto del volto paffuto, per poi seguire il profilo della faretra e arrivare alla preda cacciata ruvida e grinzosa, fino al ciocco di legno a cui si appoggia, di cui possiamo anche contare gli anelli del tronco.
Il progetto ha il pregio di coinvolgere sia non vedenti che vedenti in una comune esperienza e, come sottolinea Marcella Messina, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo «offre un’opportunità di estremo valore, di innovazione sociale vera e propria». Per ora si tratta di una sperimentazione, possibile grazie al supporto di Lions Club Bergamo Host, Lions Club Bergamo San Marco e Leo Club Bergamo Host, «ma la sfida — continua Messina — è che diventi una realtà strutturale, come nelle più importanti città europee».
«Un punto di forza ulteriore e di svolta nell’accessibilità museale è che sono esposte le opere originali», spiega Valeria Bottalico, formatrice ed esperta in progetti di accessibilità museale, che ha condotto gli incontri preparatori per i ragazzi durante l’anno di studio. Le sei opere, tutte in marmo ma con gradi di complessità differenti, sono state scelte sia per l’adeguatezza al progetto, sia perché in ottimo stato di conservazione, grazie anche al supporto del centro restauro della Venaria Reale di Torino, con cui la Carrara collabora da tempo. «In queste visite guidate facciamo qualcosa che non viene fatto mai dal visitatore, cioè toccare le opere: anche se si tratta di un’azione condotta secondo regole ben precise — commenta Paolo Plebani, conservatore della Carrara — monitoreremo queste sculture per accertarci che l’operazione sia a rischio zero».
«Siamo abituati a usare il senso della vista — conclude Lucia Cecio, responsabile del progetto per Carrara Educazione — ma il tatto richiama la nostra attenzione su alcuni dettagli, ci permette di scoprirne di nuovi. Ecco allora l’importanza di un’esperienza che recupera tempi più lenti e ci impone di uscire dallo schema classico della visione. In più consente alle persone non vedenti di scoprire in autonomia il nostro patrimonio, sviluppando la coscienza della sua importanza».
Le opere Sono state selezionate nella Collezione Zeri: sono in marmo, ideali per il progetto