Il prete «disoccupato» per assenza di matrimoni
A Sesto ed Uniti, nel Cremonese, quest’anno nessuno sposalizio in chiesa
Da 22 anni è parroco di Sesto ed Uniti, Comune di 1700 abitanti che con le tre frazioni di Casanova del Morbasco, la più popolosa con le sue 1321 anime, Cortetano e Luignano ne fa più di 3 mila. Don Angelo Staffieri, 73 anni («sono il vecchietto dei dintorni») di matrimoni ne ha celebrati una ottantina, dagli anni Settanta. Anche se «tanti, purtroppo, si sono sciolti, perché i valori di una volta sono stravolti». Quest’anno, è un prete «disoccupato»: in tutte e quattro le parrocchie non si è sposato nessuno. Cinque coppie hanno preferito all’altare il Municipio.
Lo definisce un fatto straordinario, don Angelo, il quale spiega che un paio di anni fa c’è stato chi, per le nozze religiose, ha traslocato nella vicina parrocchia di Casanova, ma solo perché la chiesa di Sesto dedicata ai santi Nazario e Celso ha la facciata che sta cadendo a pezzi ed è stata impacchettata. Il 2019 sarà ricordato come l’anno senza sposi. Matrimonio religioso in crisi? I numeri dicono di sì: in Italia ci si sposa sempre più tardi e nel 2018 i riti civili hanno superato quelli religiosi, 103 mila contro 92 mila. «Adesso la scelta più comune è la convivenza — dice don Angelo —. I nostri giovani sono bravi, ma tante volte vanno dietro alla moda, c’è un conformismo generale. Oppure, non si sposano più per comodità. C’è anche la incapacità attuale dei nostri ragazzi di vivere delle scelte. Anche nel vocabolario affettivo le parole marito e moglie sono state sostituite da compagno e compagna». Don Angelo non è, però, pessimista. «L’anno venturo — spiega — ho due matrimoni qui in parrocchia. Insomma, credo che quest’anno sia un fatto eccezionale, di passaggio. Poi, c’è un altro fenomeno. In questi anni ho celebrato tanti matrimoni che venivano dalla convivenza. Come gli ultimi due che ho sposato. Arrivavano da molti anni di convivenza. Si sono separati solo dopo un anno». Secondo don Cristiano Labadini, parroco di Casanova, «l’assenza di matrimoni è conseguenza della secolarizzazione, della paura di impegnare la propria vita in un “per sempre”; secondo me, però, diventa una opportunità bella per i sacerdoti per rievangelizzare, accompagnando al significato vero del matrimonio, facendone riscoprire la bellezza. Tuttavia, bisogna cominciare dai ragazzi durante l’adolescenza, parlandone nelle occasioni dove si incontrano».
Archiviato il 2019, don Angelo è pronto a ripartire nella primavera prossima con le due coppie che si scambieranno le fedi all’altare della chiesa dei santi Nazario e Celso. «In questi giorni sono venuti a dirmi dell’intenzione di sposarsi, ma non hanno ancora fissato la data perché stanno cercando il luogo per il ricevimento. Adesso c’e la moda dei ricevimenti nelle ville». E, si sa, se non ci si dà da fare in anticipo, si rischia di non trovarne una libera in tutta la provincia e di rinviare la data delle nozze. «Comunque, i futuri sposi hanno già fatto i corsi preparatori. L’unica cosa che mi hanno chiesto è se per maggio-giugno i lavori alla facciata saranno terminati. Lo saranno entro Natale di quest’anno».