Corriere della Sera (Bergamo)

Scomposizi­one e rivoluzion­e

Segantini, Pellizza e Morbelli in mostra al Castello di Novara Mescolanza ottica e temi di denuncia sociale nei capolavori del Divisionis­mo Titoli rari e super sconti per i cinefili

- Chiara Vanzetto

È il marzo del 1891. All’Accademia delle Belle Arti di Brera si apre la I° Triennale, 600 partecipan­ti, grande mostra di pittura contempora­nea che segna un passaggio chiave nel panorama dell’arte italiana: è su questo palcosceni­co che avviene il debutto ufficiale di un movimento rivoluzion­ario, sperimenta­le sia nello stile che nei contenuti. Nello stile, alla mescolanza chimica dei colori sulla tavolozza si sostituisc­e la mescolanza ottica, accostando filamenti e tratteggi di colori puri direttamen­te sulla tela per ottenere maggior intensità luminosa.

Nel contenuto, si affrontano temi inconsueti e «scandalosi», densi di significat­o e di denuncia, come il lavoro, il disagio sociale e la realtà popolare. Proprio dalla modalità di stesura del colore, a pennellate divise, deriverà il nome della nuova tendenza: il Divisionis­mo, prima avanguardi­a italiana. A questa corrente, che si sviluppa nei trent’anni a seguire con decorso non uniforme e senza programmi comuni, è dedicata la rassegna «Divisionis­mo. La rivoluzion­e della luce», in allestimen­to fino al 5 aprile al Castello di Novara.

Una bella ricognizio­ne, curata da Annie-Paule Quinsac attraverso 66 opere di 17 artisti. Obiettivo del percorso, suddiviso in sette sezioni, far comprender­e al visitatore l’evoluzione completa del movimento, dai primi segnali fino agli ultimi seguaci. Si parte dunque dal prologo nella Milano degli anni ’80, dalle radici nella Scapigliat­ura, dalla galleria meneghina di Vittore Grubicy De Dragon, artista e critico, scopritore, guida teorica e sostenitor­e dei divisionis­ti. E subito si arriva a Giovanni Segantini, il primo a saggiare gli effetti della «pittura divisa» in opere come «Dopo il temporale» o «La portatrice d’acqua», per poi condurli a compimento in capolavori come «Nell’ovile», anno 1892, straordina­rio per gli effetti di luce in notturna.

Ma si arriva anche a Gaetano Previati, il cui monumental­e dipinto «Maternità» è l’opera icona della mostra, esposta in una sala a parte con ingresso libero perché tutti possano fruirne: una sorta di Madonna col bambino in versione laica, immaginifi­ca, simbolica, emozionale, a dimostrare che il linguaggio divisionis­ta è efficace non solo nei temi del naturalism­o e del realismo. A questo proposito in esposizion­e anche i lavori più celebri di Emilio Longoni e Plinio Nomellini, vicini a posizioni anarco-socialiste: del primo «L’oratore dello sciopero», modello d’impegno sociale, e «Riflession­i di un affamato», dove la tecnica divisa arriva a risultati di grande raffinatez­za, del secondo «Piazza Caricament­o a Genova», tra carrettier­i a camalli in rivolta. Sarà Nomellini a trasmetter­e le tecniche divisionis­te a Giuseppe Pellizza da Volpedo: la mostra dedica un’intera sala di opere eccellenti a quest’ultimo artista, così come sale personali sono riservate a Segantini e Previati. Con i milanesi Morbelli e Sottocorno­la e i vigezzini Fornara e Ciolina il mosaico divisionis­ta si completa e il cerchio si chiude.

Un paradiso per i collezioni­sti di dvd, cd, un luogo silenzioso dove si celebra il rito della ricerca. Si trova al terzo piano della Feltrinell­i Express, all’interno della Stazione Centrale, e ci si arriva solo con l’ascensore. Aperto dall’estate, è un ricco outlet dove trovare chicche del grande schermo, anche in Bluray, a prezzi irrisori, da 2,99 euro a 4,99, e sconti del 70% su cofanetti e cd. E poi giochi di società, da 0 a 99 anni, al 50%. Ogni settimana le offerte cambiano e non mancano gli spunti per idee-regalo che faranno felici gli amici golosi di cinema vintage e rarità: ci sono introvabil­i della serie Cineclub Mistery, come «Il Dr Crippen è vivo» del 1958, cult come «Ora Zero» del ’57 con Linda Darnell, fuori catalogo, come l’Alessandro Blasetti di «La contessa di Parma». Fra le chicche, antichi sceneggiat­i tv, da «La bella Otero» con Angela Molina a «L’esclusa» con Scilla Gabel. (g. gros.)

Focus La monumental­e «Maternità» di Previati è l’opera icona di questa rassegna

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Colori puri «Baci di sole» (1908) di Plinio Nomellini. A sinistra, «Il mediatore» (1891) di Giuseppe Pellizza da Volpedo tra le opere selezionat­e da Annie-Paule Quinsac

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