SuperMario (Pasalic) e l’Atalanta va
Doppietta del croato e rete di Ilicic L’Atalanta travolge il Brescia per 3-0
Tre a zero senza storia e l’Atalanta si prende il primo derby, assente da 13 anni, contro il Brescia. Ci pensano Pasalic (doppietta) e Ilicic a regolare i cugini, pericolosi solo con una traversa di Balotelli. I nerazzurri ritrovano il successo dopo oltre un mese e agganciano momentaneamente al quarto posto il Cagliari. Gasp: «Vittoria da grande squadra».
Ci pensa SuperMario. Quello meno esuberante e famoso, ma, senza dubbio, più performante. Pasalic si conferma l’utima invenzione di una lunga serie del Gasp il cui brevetto farà felice il club quando, una volta riscattato il suo cartellino dal Chelsea, avrà la possibilità di aprire l’ennesima l’asta. Perché la doppietta con cui il centrocampista croato ha deciso Brescia-Atalanta (finita 3-0 per i nerazzurri, grazie alla rete di Ilicic) è il punto esclamativo di una crescita che, quest’anno, ha raggiunto vette altissime. L’ex Milan si inserisce sull’onda di quelle mezzali con il vizio del gol (come Kessie, Kurtic e, soprattutto, Cristante) che hanno fatto le fortune dei bergamaschi nell’era Gasperini. Ma non ci sono solo i gol (quelli di ieri gli consentono di raggiungere quota 4 in stagione) a rendere prezioso l’apporto del classe 1995. Possesso di palla, visione di gioco e verticalizzazioni fanno parte di un pacchetto di tutto rispetto.
Certo, ad aiutare Pasalic ha contribuito innanzitutto la sua squadra, che ha dominato contro un Brescia che si candida alla retrocessione. A meno di scossoni. Che nemmeno il pathos del derby ha saputo dare alle Rondinelle. Uno scossone servirebbe probabilmente in panchina, perché lo score di Grosso parla di tre partite disputate, tre sconfitte, 10 gol subiti e zero segnati. Parla, soprattutto, di una squadra senza idea di gioco. Un’impotenza quasi imbarazzante che si è mostrata anche ieri al Rigamonti. L’unico acuto della Leonessa (alquanto abbacchiata) è stato quello suonato da SuperMario (Balotelli) con la traversata colpita a inizio ripresa. Ma a risultare il migliore in campo per i padroni di casa è stato, senza dubbio, il regista 19enne Tonali, di un’altra categoria rispetto ai compagni.
Tornando al match dei nerazzurri, se c’è un dato che fa capire la prestazione dell’Atalanta è la quantità di tiri in porta all’intervallo: 13 di cui 7 in porta (saranno 23 di cui 12 nello specchio al termine del match). Soprattutto nei primi minuti, tenere la conta è stato difficile. Perché le occasioni per andare in rete si sono susseguite al ritmo di una al minuto. A comandare, là davanti, c’è Josip Ilicic, particolarmente ispirato palla al piede, meno quando deve allontanarla dal suo interno sinistro. Perché lo sloveno ci prova un’infinità di volte, ma quando la mira è giusta, ci pensa Joronen (sì, quello che era in porta nella maledetta serata di Copenaghen, quando i bergamaschi vennero eliminati dai preliminari di Europa League) a dire di no al numero 72 che riesce a bucarlo solo in nei minuti di recupero: lanciato a rete, solo davanti al portiere, per lui è come andare a nozze. Nel mezzo, i due gol di Pasalic. Il primo, al minuto 26, di testa su invito millimetrico di Castagne. Il secondo, al quarto d’ora della ripresa, alla Mancini, inteso come il c.t.: tiro cross rasoterra di Ilicic e tacco del croato. Nel mezzo, inoltre, i palo colpiti da Pasalic (da chi, se no?) e da Malinovskyi.
Finisce 0-3, un successo importante sia perché mancava da oltre un mese (dal 7-1 all’Udinese), sia perché contribuisce a tenere vivo il fuoco dell’Europa: ora i nerazzurri sono a quota 25 insieme a Roma e Cagliari impegnate, rispettivamente, oggi a Verona e domani in casa contro la Sampdoria. Un successo che è maturato senza i tifosi che hanno scelto di aderire allo «sciopero della trasferta» indetto dalla Curva Nord. Si sono rifatti nel tardo pomeriggio, quando hanno accolto a Zingonia la squadra di ritorno dal derby.
Festa I tifosi, assenti allo stadio di Brescia, hanno atteso la squadra a Zingonia