Lo scontro a distanza in difesa di don Milani
A Colognola, ieri, si è tenuto il convegno che ha avvicinato la figura di don Lorenzo Milani a casi di cronaca come quelli del Forteto e di Bibbiano. Presente una cinquantina di persone. Nelle stesse ore, nella chiesa di Longuelo piena fino all’ultimo banco, l’incontro per ricordare il sacerdote.
«Da Barbiana a Bibbiano», era bastato il titolo per suscitare polemiche sul convegno organizzato dai gruppi di ultracattolici, ieri a Colognola. «Vogliamo dare voce agli scandali ai danni dei bambini taciuti dalla stampa e dalla sinistra», dice il consigliere comunale leghista Filippo Bianchi, in veste di moderatore. In sala, una cinquantina di persone, molte delle quali aderenti alle associazioni che hanno lanciato l’iniziativa.
La discussione si snoda arrivando ad accomunare una figura come quella di don Lorenzo Milani, un modello di prete e di educatore ancora oggi molto vivo per tanti, a casi di cronaca come quelli del Forteto e di Bibbiano. È quello che fanno relatori come Pucci Cipriani, direttore della rivista Controrivoluzione, e Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità. Assente, invece, Simone Pillon, avvocato e senatore della Lega. «Non parlerò della Chiesa — interviene in collegamento Skype, Jacopo Marzetti garante dell’Infanzia —. Mai come in occasione di questo incontro ho ricevuto tante pressioni per non partecipare». Nei giorni scorsi era montata la polemica con l’intervento del cardinal Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che si era detto amareggiato, e l’indignazione espressa da alcuni sindaci dei territori del Mugello per il collegamento del sacerdote toscano agli scandali riguardanti i minori come vittime.
Borgonovo si concentra sul caso Bibbiano e «i legami evidenti con la scuola di Barbiana, l’odio comune per la famiglia patriarcale». Poi l’affondo sul tema affido: «I bambini vengono tolti a genitori poveri che lo Stato dovrebbe aiutare e sostenere anziché punire con la sottrazione dei figli».
Parole che provocano la reazione del consigliere comunale della Lista Gori, Ezio Deligios, che lascia la sala: «Il tema mi riguarda da vicino. Gli attacchi continui alla politica, al mondo lgbt e poi rivolti anche ai servizi sociali sono stati troppo. Me ne sono andato — racconta poi —. Condanno gli abusi, ma ci sono casi in cui ricorrere all’affido è l’unico strumento per dare serenità ai ragazzi».
Fuori dall’auditorium una manciata di uomini di carabinieri e polizia a garantire la sicurezza. «Parliamo di temi scomodi — conclude il consigliere Bianchi —. Sono scandali che l’opinione pubblica vuole mettere a tacere con lo scopo di scardinare l’idea di famiglia».