Tutto congelato in attesa della nuova Lega
Commissari e mugugni. Il 21 le modifiche
La Lega, cioè ciò che resta della corsa iniziata negli anni Ottanta per conquistare la secessione o forse l’autonomia o perlomeno il federalismo aspetta. Il congresso federale straordinario proclamato da Matteo Salvini per il 21 dicembre chiarirà la nuova forma del partito e ciò che succederà a livello locale. L’attesa dura da parecchio tempo: quindici mesi fa il segretario federale ha congelato i congressi a ogni livello, con il risultato che in provincia di Bergamo una quarantina delle 108 sezioni cittadine hanno un segretario scaduto e in proroga, lo stesso vale per alcune delle otto segreterie di circoscrizione e per la stessa segreteria provinciale, commissariata a febbraio paracadutando da Lecco l’ex assessore regionale Giulio De Capitani. Ma sembra dedicarsi soprattutto all’ordinaria amministrazione, tanto che gli altri partiti del centrodestra si lamentano di non avere riferimenti.
La Lega Nord è ormai tramontata, la «Lega per Salvini Premier» è acquattata dietro l’angolo pronta a inglobare tutto. Nel frattempo la Lega e basta, cioè ciò che resta della lunga corsa iniziata negli anni Ottanta per conquistare la secessione, o forse l’autonomia o perlomeno il federalismo, aspetta. Dovrà attendere meno di tre settimane: il congresso federale straordinario proclamato da Matteo Salvini per il 21 dicembre chiarirà la nuova forma del partito e anche ciò che, a cascata, succederà alle sue articolazioni locali.
L’attesa dura da un pezzo: quindici mesi fa il segretario federale ha congelato i congressi a ogni livello, con il risultato che in provincia di Bergamo una quarantina delle 108 sezioni cittadine hanno un segretario scaduto e in proroga, lo stesso vale per alcune delle otto segreterie di circoscrizione e per la stessa segreteria provinciale, commissariata a febbraio paracadutando da Lecco l’ex assessore regionale Giulio De Capitani. Il quale era anche ieri sera seduto al tavolone verde di via Cadore per il direttivo provinciale, ma sembra dedicarsi soprattutto all’ordinaria amministrazione, delegando gli interventi politici a parlamentari e consiglieri comunali, e quelli organizzativi alla macchina del partito. Una bella differenza rispetto a quando dalla segreteria provinciale si saltava alla gola di ogni questione si affacciasse sulla scena politica locale.
«De Capitani c’è, è presente e affronta ogni questione, è collaborativo con i segretari», assicura un membro del direttivo. Che però ammette: «Certo è diverso da uno come Daniele Belotti che faceva mille cose insieme, conosce poco il territorio e non ci resta molto. Tanto che gli altri partiti del centrodestra si lamentano di non avere riferimenti». «Anche se — aggiunge un altro dirigente — abbiamo una macchina molto rodata a tutti i livelli che va avanti da sola, dai gazebo alle varie iniziative. Quella di Bergamo resta la sezione provinciale con più iscritti della Padania, e quindi d’Italia».
In alcuni casi i vertici delle sezioni cittadine, in mancanza di congresso, sono state cambiate d’imperio attraverso il commissariamento, considerato uno strumento utile per dare una sveglia a dirigenti troppo sonnacchiosi: è successo di recente a Clusone (dove per altro c’è stato un boom di iscrizioni), Colzate o
Vertova. «Succede — ragiona un dirigente — che in una sezione a volte si crei una gestione familiare, con quei tre o quattro che non cambiano niente per non perdere il loro pezzettino di potere, e così non va bene. Con il commissariamento si crea un ricambio e si fanno venire facce nuove da fuori».
Da quanto si è capito delle intenzioni di Salvini, la vecchia struttura della Lega Nord sarà alleggerita, per consolidare invece la «Lega per Salvini premier» fondata a fine 2017. La prima dovrà restare come soggetto giuridico che dovrà pagare le infinite rate dei 49 milioni che il partito deve restituire alle casse statali, mentre la seconda un po’ alla volta ingloberà il resto del partito, a partire dai vertici del tesseramento e dell’organizzazione. Quest’ultima carica è oggi detenuta da Roberto Calderoli, in queste settimane impegnato a modificare lo statuto per la prima volta dal 2015. Non si sbottona sulle novità in arrivo, anche se assicura che «resterà immodificato» l’articolo 1 che fa riferimento al «conseguimento dell’indipendenza della Padania» come principale finalità del partito. Nel frattempo ha provveduto a far ribaltare al Direttivo federale l’interpretazione della norma dell’articolo 33, che ora non vieta più agli iscritti di possedere tessere anche di altri partiti. Ma le stesse modalità del tesseramento saranno annunciate il 21.
«Meno male che, come ci hanno spiegato, l’anzianità d’iscrizione rimarrà — sospira un iscritto di vecchia data e aspirante segretario provinciale — perché adesso che stiamo vincendo, nel partito sta entrando di tutto. È già successo che gente arrivata da poco venisse premiata con qualche incarico».
Certo, gente che mugugna sullo sfondo c’è. Sono quelli che avevano preso la tessera quando si andava all’attacco di Roma Ladrona e si alzavano le ampolle con l’acqua del Po: «Ne conosco tanti, e posso capirli — dice un membro del direttivo —. Ma in nessuna squadra si mette in discussione l’allenatore quando stai per vincere lo scudetto, e loro lo sanno. Certo, rispetto agli altri partiti siamo sempre stati connotati dai nostri ideali, e ora stiamo diventando un partito del leader. Col rischio che se a Salvini viene il mal di pancia o fa qualche errore grave, tornano quelli di prima e noi ritorniamo al 3%».
Il congresso del 21 dicembre potrebbe modificare qualche umore con cui, una settimana dopo, molti si presenteranno all’edizione del decennale della BèrghemFrecc di Albino. Per ora sono confermate le consuete date: 27, 28 e 29 dicembre. Per il cartellone, l’ipotesi che la legge di bilancio possa tornare in aula lascia in forse la presenza dei parlamentari. Non si conosce ancora la data nemmeno per Salvini, ma, si assicura, lui sicuramente ci sarà.
Siamo nel 2019 ed il fatto che la Lega sia un movimento nazionale ormai è chiaro ed evidente Matteo Salvini
Presto per annunciare le novità, ma resterà nello statuto l’articolo sulla Padania Roberto Calderoli