Corriere della Sera (Bergamo)

«Gastroente­rite» ma era meningite Muore a 19 anni

Morta a 19 anni di meningite, parla la mamma: a Brescia diagnosi di gastroente­rite

- di Maddalena Berbenni

Igenitori l’avevano salutata dopo gli esami, al Civile di Brescia, che indicavano una gastroente­rite. Ma poche ore dopo Veronica Cadei, 19 anni, di Villongo, è morta di meningite. Studiava Matematica in Cattolica. «Il nostro piccolo genio — racconta la mamma —. Ora voglio andare fino in fondo. Se c’è qualcuno che ha sbagliato pagherà».

«È vero che mia figlia non tornerà più, è vero che niente me la ridarà. Ma voglio andare a fondo, perché devono spiegarci come sono andate le cose e, se qualcuno ha sbagliato, deve pagare». Un filo di voce, che però non si spezza mai. Debora Poli risponde al telefono di casa, a Villongo, che sono quasi le nove di sera e si scusa perché a volte si ingarbugli­a con le parole: «Non ragiono più». Però poi trova la forza per raccontare fino all’ultimo istante. Fino alle 6.45, quando i medici le hanno comunicato che Veronica, 19 anni e il sogno di lavorare con i numeri, non c’era più. Era uscita per andare in Università ed è morta neanche 24 ore dopo per una meningite fulminante. L’esito degli esami, all’ospedale Civile di Brescia, è arrivato a decesso avvenuto.

Al Pronto soccorso ce l’aveva portata un suo compagno di studi, lunedì alle 15.30. Veronica Cadei, di Villongo, si era iscritta a settembre alla Cattolica di Brescia. Aveva scelto Scienze matematich­e, «era il nostro piccolo genio», sussurra la mamma. «Durante la lezione — inizia il racconto — ha detto a un suo amico che non si sentiva bene. Lui si è offerto di accompagna­rla a casa, ma mentre era in macchina è salita la febbre. Aveva caldo. Gli Spedali Civili erano vicini, l’amico le ha proposto di fermarsi per farsi visitare». Così hanno fatto. «Quando con mio marito Paolo l’ho raggiunta — prosegue Debora Poli —, non ce la facevano vedere. Poi siamo riusciti a raggiunger­la un po’ di soppiatto fuori dalla stanza dove era stata visitata. Vomitava e ripeteva che le faceva male il collo. “Devo andare in bagno, mamma”, mi ha detto. L’ho aiutata e si è accasciata, è svenuta. Le hanno fatto la Tac, le lastre, gli esami del sangue. I medici ci hanno riferito che andava tutto bene e che probabilme­nte aveva una gastroente­rite acuta, ma c’era quel dolore al collo che non capivo». Verso le 22 i genitori l’hanno salutata. «Non beveva dalle quattro — racconta di nuovo la madre —, così le hanno attaccato una flebo per idratarla e per darle degli antidolori­fici. Non posso dire che rispetto a com’era ridotta nel pomeriggio non fosse migliorata. In effetti sembrava stesse meglio. Avevano deciso di tenerla sotto osservazio­ne per la notte e noi ci siamo decisi a tornare a casa». Ma alle 3.30 il telefono ha squillato. «Il quadro clinico era degenerato — riprende Debora Poli —. Un’ora dopo circa eravamo a Brescia. Abbiamo trovato Veronica in Terapia intensiva, intubata. Era tutta scura. Ho chiesto che cosa fosse successo, mi hanno risposto che era per via di una forte infezione. Dopo un minuto che eravamo lì, ha avuto un arresto cardiaco». A quel punto, la studentess­a è stata spostata in Rianimazio­ne cardiochir­urgica e attaccata all’Ecmo. «Alle 6.45 ci hanno detto che mia figlia era deceduta». La voce si interrompe. «Stamattina sembrava che ci escludesse­ro la meningite — aggiunge Poli —, solo nel pomeriggio abbiamo saputo invece che sarebbe morta per quello. Abbiamo contattato un avvocato, che ci seguirà da qui in avanti, perché vogliamo sapere con chiarezza come sono andate le cose».

Oggi è stata fissata l’autopsia. «La paziente aveva sintomi aspecifici — spiega per l’ospedale il direttore sanitario Camillo Rossi —. Sono stati disposti accertamen­ti ed è stata trattenuta in osservazio­ne breve intensiva». Nonostante la terapia antibiotic­a, i sintomi sono peggiorati e «un rush cutaneo intenso ha fatto sospettare una sepsi diffusa». Hanno tentato di salvarla, ma ormai era tardi. L’esame del liquor ha rilevato infine la presenza di meningococ­co, che è in corso di tipizzazio­ne. Ieri l’Ats ha attivato la profilassi per 90 studenti della Cattolica, i familiari (fra cui la sorella Nicoletta, 16 anni) e le persone che sono state in contatto con la ragazza negli ultimi giorni. «Nessun allarme — assicura l’assessore regionale alla Salute Giulio Gallera —, la meningite non viene trasmessa per semplice contatto diretto o tramite la presenza nella stessa stanza».

Domenica Veronica era a servire ai tavoli del bar Mikò, a

Sarnico. Si era sempre arrangiata con le ripetizion­i e il lavoro da barista. «Aveva partecipat­o anche alle olimpiadi di matematica — ricorda la mamma —. Era dolcissima, sempre allegra. Usciva a ballare, le piacevano il cinema e i concerti. Noi la lasciavamo andare, anche perché si guadagnava i suoi soldini. E poi i viaggi. Sognava di visitare New York».

L’allarme Si era iscritta alla facoltà di Matematica in Cattolica. Ha iniziato a star male a lezione

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Studentess­a Veronica Cadei, 19 anni, di Villongo, sognava di poter lavorare grazie agli studi universita­ri in Matematica

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