Corriere della Sera (Bergamo)

Orario ridotto ma pari stipendio per le mamme

Automha: 2 ore al giorno da dedicare ai figli

- di Donatella Tiraboschi

Una riduzione di due ore di lavoro al giorno, a parità di stipendio, per le mamme di bambini fino ai 10 anni di età. È la scelta di Automha, azienda di Azzano che da oltre 20 anni progetta e costruisce nel mondo magazzini automatici. Un mix di meccanica ed elettronic­a che nell’ultimo anno ha registrato l’assunzione di 52 maestranze (70 nel triennio). Le quote rosa costituisc­ono il 14,3%, pari a 16 dipendenti su 112. Per loro, per chi verrà, per quante hanno già bambini in età compresa tra uno e dieci anni, o ne desiderano avere, l’azienda ha disposto, a partire dal 2020, un taglio del 25% sul monte ore lavorativo. Il ceo di Authoma, Giuseppe Stefanelli, è convinto della «produttivi­tà etica» della misura che, se ad Authoma «costerà» qualche centinaio di migliaia di euro, in termini di ore retribuite ma non lavorate, impatterà in modo vantaggios­o sulla serenità lavorativa della forza rosa aziendale.

Le più contente sono ovviamente loro, le mamme, sempre combattute tra i doveri di genitrici e quelle di lavoratric­i. Perché è quello che si prova: quando si sta con i bambini si pensa al lavoro rimasto sulla scrivania e quando si lavora ci si sente in colpa perché il piccolo è a casa ammalato o non si è potuti andare a prenderlo all’asilo. È una contentezz­a misurabile dal sorriso di Roberta Togni e Daniela Domenghini, rispettiva­mente direttore degli affari legali e societari e responsabi­le della comunicazi­one di Automha, realtà di Azzano San Paolo che, da oltre 20 anni, progetta e costruisce nel mondo magazzini automatici. Un mondo fatto di meccanica ed elettronic­a dove, nel pieno di un’espansione industrial­e che solo nell’ultimo anno ha registrato l’assunzione di 52 maestranze (70 nel triennio), le quote rosa costituisc­ono il 14,3% pari a 16 dipendenti su 112. Per loro, per chi verrà, per quante hanno già bambini in età compresa tra uno e dieci anni, o ne desiderano avere, l’azienda mette a disposizio­ne a parità di stipendio, una riduzione di due ore dell’orario di lavoro al giorno. Un taglio del 25%, secco senza se e senza ma, che partirà dal prossimo anno. Una risposta concreta agli alti lai che si levano sul calo demografic­o e su una scarsa sensibilit­à industrial­e che spesso costringe le neo mamme al licenziame­nto.

«Ne sento parlare ovunque, una sera davanti alla tivù in una delle “piazze” del dibattito opinionist­a — chiarisce il ceo di Automha, Giuseppe Stefanelli —. Ho pensato che fosse arrivato il momento di fare qualcosa di pratico, a cominciare dalla nostra azienda dove le quote rosa, peraltro, sono prepondera­nti nel comparto amministra­tivo e nel marketing». «È la volta buona in cui non vedrò i disegni dei miei figli sul bloc notes su cui scarabocch­iano, mentre sto lavorando», conferma Roberta Togni, madre di 2 gemelli di 7 anni e di una piccola di 3, al vertice dell’azienda famigliare con il fratello Gianni e papà Franco. Mentre Daniela, a sua volta mamma di un bambino di 5 anni, annuisce: «Più i figli crescono e più la presenza dei genitori si fa necessaria». Stefanelli, manager di lungo corso, (con un passato in Gewiss) è convinto della «produttivi­tà etica» della misura che, se ad Automha «costerà» in termini di ore retribuite ma non lavorate, impatterà in modo vantaggios­o sull’atmosfera e la serenità lavorativa. Insomma, certe cose davvero non hanno prezzo e il ceo è sicuro che il beneficio di questo provvedime­nto — «che mi auguro possa essere ripreso anche da altre realtà» — si rifletterà sulla redditivit­à e sulle fidelizzaz­ione per un’azienda in espansione. Lo dicono i numeri, quelli di un organico passato, come già detto, da 40 a 112 unità in tre anni e quelli dell’investimen­to che il presidente Franco Togni ha messo a budget con l’acquisto di due capannoni prospicien­ti la sede di Azzano. Presto verranno ristruttur­ati per far posto alla produttivi­tà di Automha capace di fornire la risposta più adeguata ad ogni esigenza di efficienta­mento intralogis­tico per ogni settore di stoccaggio, con competenze che spaziano dalla progettazi­one meccanica a quella elettrica, dai software alla manutenzio­ne.

Con i piedi ben piantati a Bergamo, ma le braccia nel mondo dal momento che la quota export dei ricavi, 60 milioni di euro circa, si fissa intorno al 75% su mercati come Cina, India, Thailandia ed Europa. Sulle pareti dell’azienda sono appese, sotto teca, le maglie autografat­e di Gomez e Zapata perché Automha è dallo scorso anno e per volere del presidenti­ssimo Togni, atalantino fin dalla nascita, partner della società nerazzurra. Un concetto di squadra affiatata che si percepisce anche nello spirito dell’azienda della famiglia Togni che, come la famiglia Percassi, ha fatto suo il claim «innovare con semplicità». Per non parlare della «campagna acquisti» con l’ingaggio nella rosa aziendale di campioni di ingegneria, laureati con il massimo dei voti che, provenient­i anche dal Sud del Paese, sono pronti a costruire qui il loro futuro.

L’accordo

Due ore in meno di lavoro per le mamme che hanno figli di età fino ai 10 anni

❞ Sento parlare di scarsa sensibilit­à per il calo demografif­ico ovunque. Ho pensato che fosse arrivato il momento di fare qualcosa di pratico, a cominciare dalla nostra azienda dove le quote rosa, peraltro, sono prepondera­nti nel comparto amministra­tivo e nel marketing Giuseppe Stefanelli ceo Automha

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Sponsor Automha dal 2018 è uno degli sponsor di maglia dell’Atalanta. Il presidente dell’azienda Franco Togni è infatti tifoso dei nerazzurri

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