Bottiglie nel cestino con l’acqua Orio spreca 350 tonnellate di plastica
Tutta plastica non riciclabile: oltre quattro volte quella che viene differenziata in Città Alta. Progetto ad hoc
Il progetto per contenere il consumo di plastica, e migliorare la raccolta differenziata, sia in Città Alta sia all’aeroporto di Orio, ha ottenuto il contributo atteso dalla Fondazione Cariplo. Ma è un dato specifico, a colpire, tra quelli che saranno analizzati in partenza: l’aeroporto produce ogni anno 1 milione e 400 mila chili di rifiuti indifferenziati. Circa un quarto, per 350 tonnellate, sono bottigliette di plastica buttate nei cestini con dentro poca acqua, o altri liquidi, impedendo così la differenziata secondo la legge.
Quanta plastica produce quella città «liquida» e fondamentale per l’economia bergamasca che consente ogni anno il passaggio (e il volo) di 13 milioni di persone? Già, l’aeroporto di Orio al Serio, il terzo in Italia per passeggeri: riesce a differenziare 15 mila chili di plastica, soprattutto bottigliette (come è intuibile), ma deve buttarne via ben 350 mila, di chili, o più semplicemente 350 tonnellate, perché tante, troppe bottigliette, vengono lasciate cadere nei cestini, dai turisti e dai viaggiatori di passaggio, quando c’è ancora un dito d’acqua o di succo di frutta all’interno.
Scena consueta, soprattutto quando si arriva ai controlli dopo il check-in: si spera che tutto fili liscio per il viaggio, chiunque vuole evitare problemi di fronte alle guardie giurate o ai poliziotti in azione, e ci si disfa senza pensarci troppo dell’acqua comprata poco prima, durante l’attesa. Peccato che la legge italiana dica che qualsiasi imballaggio in plastica contenente liquidi non può essere differenziato dal resto dei rifiuti, nemmeno a posteriori (e cioè nemmeno se ci fosse un servizio ad hoc per frugare nei sacchi dell’immondizia dell’aeroporto e svuotare le bottiglie): quindi tutto finisce all’inceneritore, tutto indifferenziato.Uno spreco che nessun Comune si permette più, eppure succede all’aeroporto (tutti gli scali aerei, almeno in Italia, rappresentano una nota dolente per la raccolta differenziata dei rifiuti).
Il problema c’è, anche in Sacbo ne sono consapevoli, e il tentativo di affrontarlo passa ora da un progetto: «Sfida alle plastiche. Riduzione, riciclo, riuso: pratiche sostenibili per Bergamo e il suo aeroporto», firmato dalle cooperative Ecosviluppo di Stezzano e Alchimia di Bergamo, con la partnership di Legambiente, del Comune di Bergamo (che in estate aveva annunciato l’iniziativa) e del Comune di Orio.
Giusto prima di Natale la Fondazione Cariplo ha erogato un contributo da 90 mila euro riconoscendo la validità sociale e pubblica del progetto: sarà un piano tutto da studiare, a partire dai dati sulla raccolta rifiuti forniti dai Comuni e dall’aeroporto, per elaborarne eventualmente di nuovi e passare all’azione. Una prima riunione operativa tra i soggetti coinvolti è fissata per il 23 gennaio, giovedì prossimo. Il progetto sarà diviso in due, perché da un lato Palazzo Frizzoni vorrebbe una riduzione dell’uso di contenitori in Pet, o anche di forchette e posate usa e getta, in Città
Alta, con uno studio su quell’area specifica, sempre più a vocazione turistica: servirà, in questo caso, anche un ampio confronto con i commercianti e i titolari di esercizi pubblici. Dall’altro, invece, c’è lo scalo di Orio, con numeri che parlano chiaro: l’aeroporto riesce a conferire alla raccolta esterna 15 mila chili di plastica differenziata, destinati quindi al riciclo, ma produce anche 1 milione e 400 mila chili di rifiuti indifferenziati. Incidono, in buona parte, i circa 100 sacchi di indifferenziato che arrivano dagli aerei ogni giorno, ma anche, in modo significativo, le bottigliette con dentro un po’ d’acqua. Quante? Un calcolo, che sarà ridefinito proprio durante il percorso del nuovo progetto, era già stato fatto dagli operatori della Ecosviluppo: su 1 milione e 400 mila chili di rifiuti indifferenziati, circa un quarto, e cioè 350 mila chili, è rappresentato dai contenitori che, a causa dei liquidi, non sono più trattabili come plastica.
Giusto per dare un’idea dei numeri, anche se il paragone è azzardato: l’aeroporto, con quelle 350 tonnellate circa, spreca più di quattro volte la plastica che viene invece differenziata in Città Alta, da dove arrivano 81 mila chili di bottiglie e altri imballaggi destinati al riciclo, come indicano i dati ufficiali del Comune di Bergamo. Un fenomeno, quello della gestione rifiuti dentro lo scalo, che pone un tema ambientale, di cui Sacbo è pienamente consapevole.
Da tempo la società di gestione ha installato all’interno dell’area aeroportuale cestini che possono garantire la raccolta differenziata, con tutte le suddivisioni previste dalle normative. Ma a quanto pare non basta, le fasi pre partenza sono probabilmente anche quelle in cui si è più sbrigativi e forse più superficiali rispetto a certi accorgimenti o alla destinazione dei propri rifiuti e, nello specifico, della propria bottiglia d’acqua. Senza dimenticare che in larga parte gli utenti della «grande città» dove passano 13 milioni di persone ogni anno, sono stranieri e nei loro Paesi osservano probabilmente regole diverse da quelle italiane. Una soluzione, oppure una serie di accorgimenti utili almeno per smorzare il fenomeno, dovranno emergere grazie al progetto. Al momento i soggetti coinvolti hanno parlato di alcune ipotesi, solo in via ufficiosa, proprio con Sacbo. Piccoli lavandini metallici nell’area check-in, per esempio, potrebbero garantire un passo avanti, se gli utenti li utilizzassero per svuotare le
L’alleanza Il Comune con le coop Ecosviluppo e Alchimia per studiare soluzioni insieme a Sacbo
La plastica non è un problema in sé: una bottiglietta è tra gli oggetti più riciclabili in assoluto. E spingere sul riciclo pure a Orio è un’idea significativa e necessaria Giuseppe Guerini Presidente Confcoop
Dentro le Mura
Nel piano anche Palafrizzoni per ridurre l’impatto in plastica dei flussi turistici
bottigliette da buttare. Ma è altrettanto chiaro che in questa partita la sensibilizzazione giocherà un ruolo fondamentale.
L’input per il progetto era arrivato, agli enti locali e a Sacbo, dalle due cooperative, che hanno scopi sociali, prima ancora di occuparsi di soluzioni concrete per l’ambiente o per il decoro urbano (Ecosviluppa cura anche in città, per esempio, lo spazzamento delle strade). «Il tema ambientale e della plastica in particolare è fondamentale — riflette il presidente di Ecosviluppo e di Confcooperative Giuseppe Guerini —. Credo sia necessario seguire la propria sensibilità e non le mode, o meglio quest’idea recente per cui la plastica è un problema in sé. Una bottiglietta di plastica è in realtà uno degli oggetti più riciclabili in assoluto. E allora credo che trovare le modalità giuste per spingere al massimo sul riciclo e sulla differenziata anche in luoghi di grande transito, come l’aeroporto, sia un’idea e anche una necessità molto significativa».