Il clima da gita per votare Aerei e hotel pagati
Chi delegò non sapeva che per lui avrebbe votato un socio bergamasco. Chi venne di persona, all’assemblea Ubi del 2013, macinò mille chilometri. Poco sapeva degli argomenti, ma «volo e hotel erano pagati dalla banca». Per l’accusa, ci fu una mobilitazione in favore della lista istituzionale. Per la difesa, si voleva massimizzare la partecipazione. Ieri, parola ai testimoni del sud.
mi andava di fare mille chilometri». Nell’aprile 2013, Luigi Lanzolla rimase nella sua Lecce e lasciò in filiale la delega per il voto all’assemblea di Ubi, a Bergamo. Li ha macinati ora, per testimoniare al processo: venti ore di Frecciarossa tra andata e ritorno, e due pernottamenti. Mille chilometri li percorse anche la sua delega, finita a un socio di Brusaporto che non conosce. I loro nomi sono abbinati in un file excel che il pm Paolo Mandurino gli ha mostrato, accanto c’è quello del «referente». È Antonella Bardoni, l’ex direttrice della Confederazione degli artigiani (Confiab) tra i 31 imputati. Per l’accusa, supporta la tesi della raccolta e della redistribuzione di deleghe in bianco a favore della lista istituzionale. Per la difesa, va dimostrato che queste incisero sulla vittoria.
Altre hanno viaggiato dalle filiali a sud verso nord, finendo a delegati sconosciuti dai deleganti. Quella di Natalino Guagliano, di Diamante (Cosenza), a una certa Lidia di Bergamo. Quella di Francesco Muglia, di Guardia Piemontese (Cosenza), a un certo Michele di Ponte San Pietro. Quella di Biagio Mele, di San Giovanni in Fiore, stessa provincia, a una donna di Bergamo. Quella che un ex dipendente Ubi di Paola (Cosenza) lasciò a un collega, a una socia bresciana. Per Vincenzo Majorana, di Tortora (Cosenza), ha votato una donna di Mozzo. Prima di andarsene, lui ha delle domande: «Finisce qui? A cosa vado incontro? Ho problemi di salute, ho portato il certificato». Il presidente del collegio, Stefano Storto, lo rassicura che è stato chiamato per riferire quello che sa. Punto. L’uscita colorita del testimone strappa qualche sorriso, ma rende bene lo stato d’animo di chi ha risalito l’Italia con in mente pochi ricordi su quel 2013. A differenza di questi soci che delegarono, altri viaggiarono anche allora alla volta di Bergamo. Una costante accomuna quasi tutti. Pochissimi erano interessati all’assemblea, la maggior parte sapeva poco delle tre liste in gara, molti non ricordano nemmeno a spanne per chi votarono. C’è chi lo fece perché il direttore di filiale gli chiese di partecipare, chi per seguire il padre («i verbali gdf di padre e figlio sono identici», ironizza l’avvocato della banca Francesco Centonze), chi perché in quei giorni era senza lavoro. Il cli«Non ma era quello della gita. Soprattutto, aereo, hotel, bus per la fiera erano a spese della banca. Lo conferma Giuseppe Amoruso, finanziere in pensione di Bari, con hotel difronte all’aeroporto di Orio: «Diversamente non avrei accettato. Il direttore disse che avrei potuto portare anche mia moglie». Come Mario Scarano, di Martina Franca (Taranto), con volo da Brindisi e albergo rimborsati: «Ho portato mia moglie, che non è socia, pagarono anche per lei». A lui venne consigliato per chi votare. Angelo Pesare, stessa città, dice di non avere ricevuto suggerimenti («Ho votato per campanilismo quelli di Bari»), ma alla gdf riferì il contrario. Viaggiò tutto spesato, ma forse se ne pentì: «In assemblea le persone litigavano e mi sentivo un pesce fuor d’acqua». Il pm ha chiesto a tutti se avessero già partecipato ad altre assemblee o delegato il voto. La maggior parte lo fece solo nel 2013. Secondo l’accusa, la mobilitazione servì per far vincere la lista istituzionale. Secondo le difese, per massimizzare la partecipazione lasciando poi la libertà di scelta.
Per la quarta volta si è discusso ancora di ridurre la lista dei testimoni, acquisendo i verbali delle dichiarazioni rese alla gdf. Per i trenta over 75, il pm lo aveva già chiesto a ottobre ma le difese non hanno ancora deciso, diranno la loro tra oggi e domani. Resterebbe una cinquantina di persone, incluse quelle che non si erano presentate per impedimenti. Luigi Berlendis, bresciano di 30 anni, sentito ieri, per esempio, era all’estero come skipper. La mamma Elisabetta Montini gli regalò le azioni Ubi per una questione di famiglia: «Mio nonno fu tra i fondatori della banca San Paolo».
Gli over 75 Il pm ha chiesto di non farli venire a processo e di acquisire i verbali, difese ancora indecise