Corriere della Sera (Bergamo)

Coca nel retro, 4 anni al fruttivend­olo

Monterosso, mano pesante del giudice. Il negoziante: «Era per uso personale»

- Di Maddalena Berbenni

Quattro anni di carcere e la misura dei domiciliar­i. Mano pesante del giudice nei confronti di Francesco Allieri, 34enne di Scanzorosc­iate, condannato per spaccio di droga. L’uomo vendeva sostanze stupefacen­ti nel suo negozio di frutta e verdura a Monterosso. L’ipotesi di patteggiam­ento era stata di un anno e otto mesi senza sospension­e condiziona­le della pena.

I carabinier­i erano andati a colpo sicuro. In un pomeriggio di inizio novembre si erano presentati al negozio di frutta e verdura di Francesco Allieri, 34 anni, di Scanzorosc­iate e gli avevano ordinato di consegnare la droga. Lui li aveva portati nel retrobotte­ga e aveva obbedito. Per quei 13 grammi di cocaina, più un etto di hashish, è arrivata una condanna in primo grado a quattro anni di reclusione da parte del giudice Gaetano Buonfrate. In caserma avevano ricevuto una soffiata il 29 ottobre scorso. Qualcuno, forse un cliente, aveva riferito che nel negozio nel quartiere di Monterosso, a Bergamo, si spacciava. Dieci giorni dopo i carabinier­i erano da Allieri. Il 34enne, incensurat­o e con famiglia, era stato arrestato e la droga sequestrat­a. Durante l’udienza di convalida del processo per direttissi­ma si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma al suo avvocato aveva confidato di tenere la droga per uso personale. Nessun commercio illecito parallelo, a suo dire. L’arresto era stato convalidat­o e il giudice aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliar­i. A ridosso della sentenza il difensore aveva abbozzato, d’accordo con il sostituto procurator­e Maria Esposito, un’ipotesi di patteggiam­ento a un anno e otto mesi senza la sospension­e condiziona­le della pena. La convinzion­e della difesa era che fosse applicabil­e il V comma per la lieve entità del fatto: nel caso in questione per il quantitati­vo non ingente di droga sequestrat­a, di cui sostanza attiva era solo una minima parte (tra i 30 e i 40 grammi). In aula, però, la richiesta del vice procurator­e onorario è stata di quattro anni di carcere. Il giudice l’ha accolta, confermand­o anche la misura dei domiciliar­i. (mad.ber.)

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