Abiti insanguinati nella casa del cugino «Mi sono difeso»
Parla di un coltellino svizzero. Ma non si trova. E di un’aggressione da parte della vittima. Ma i filmati sembrano dire altro. Resta in carcere Musli Morina ( foto), il kosovaro di 20 anni accusato dell’omicidio di Erion Morina, stessa età e suo cugino alla lontana. Erano arrivati in Italia quando ancora erano minorenni, avevano vissuto in una comunità e poi si erano sistemati a Calcio, nella casa dove i carabinieri venerdì mattina hanno trovato l’indagato e alcuni abiti macchiati. Se del sangue del ragazzo morto è ancora in corso di accertamento, ma per il gip basta a giustificare l’arresto in quasi flagranza disposto dal pm Silvia Marchina. Assistito dall’avvocato Giovanni Migliorati, Musli ha ammesso di avere ucciso il cugino e ha ricostruito la lite nata giovedì sera nel bar Peter Pan per 150 euro giocati alle slot machine. Dopo la chiusura, è proseguita in strada. Avevano assunto cocaina, sostiene Musli. «Ha indicato almeno tre fasi della colluttazione con uno scontro iniziale, un allontanamento e una ripresa», spiega il legale. Alla fine, Erion avrebbe impugnato il coltellino che aveva con sé e Musli si sarebbe difeso bloccandolo per il braccio e spingendogli contro l’arma. Una versione diversa dalle prima dichiarazioni rilasciate in caserma. Anche per questo il gip non l’ha ritenuta sincera. Credendo che il cugino fosse morto per un taglio alla giugulare, Musli lo ha poi spinto nel naviglio. L’autopsia, domani, chiarirà invece se c’è stato annegamento. (mad.ber.)