Corriere della Sera (Bergamo)

«Da Bergamo? Niente timbri»

L’iniziativa di alcuni produttori. Domenica l’ultimo tampone: se negativo, rientreran­no

- Di Giuliana Ubbiali

«Lei è di Bergamo?». Non possiamo timbrare la pratica. La surreale disavventu­ra di un avvocato alla Corte d’Appello di Brescia.

Ripieno di carne, uva sultanina, pere e amaretti. Al nono giorno da reclusi in hotel, a Palermo, ai turisti bergamasch­i sono arrivati i casoncelli made in Sicilia e vino bianco. Come sempre, dal 24 febbraio, quando una delle signore della comitiva è risultata positiva al coronaviru­s, il pasto è stato lasciato fuori dalla porta delle loro camere, al Mercure. Nessun può entrare in stanza. E loro, in 29, non possono uscire. Nelle intenzioni di chi ha avuto l’idea, è stato un modo per farli sentire a casa. «Operazione Pale/rgamo» l’hanno battezzata Diego e Alberto Cusumano, produttori di vino, e Giuseppa Vitale, dei negozi Prezzemolo&Vitale.

«Sarebbe meglio che i turisti dal Nord non venissero»: la frase del presidente della Regione Sicilia, qualche giorno fa, ha innescato tutto. «Mi ha fatto arrabbiare, avevo appena sentito che gli amici di mio figlio stavano tornando da Milano, per le università chiuse, per questa emergenza — racconta Diego Cusumano —. Abbiamo voluto fare qualcosa perché noi siciliani abbiamo l’ospitalità nel sangue».

«Avevamo pensato inizialmen­te alla caponata, poi abbiamo voluto preparare qualcosa che facesse sentire queste persone a casa. Non potevano che essere i casoncelli, anche se in una versione rivisitata». Una trovata pubblicita­ria? Cusumano accetta la provocazio­ne: «Non c’è nessun logo o nome dei nostri prodotti. Guardi, non importa dire il nome del vino, sempliceme­nte è un vino siciliano. Anzi, se qualcun altro vuole farsi avanti, questo è il virus buono da diffondere». Grembiule e contenitor­e neri sono stati creati ad hoc: la sola scritta è «Pale/rgamo, azzeriamo le distanze, in Sicilia sarete sempre a casa vostra». «Sa cosa ho detto a una signora che ci ha telefonato dall’hotel? Il prezzo che pagherete sarà che quando finirà tutto saliremo noi e dovrete cucinare una caponata». «Salire» è il desiderio della comitiva. Chi domenica risulterà negativo al tampone potrà ripartire. Cinque sono positivi. La prima, 67 anni, di Gandino, è in ospedale da dove rassicuran­o che sta bene. E così gli altri.

In quarantena c’è anche la loro accompagna­trice, Daniela Mancia. «Se non mi sente bene è perché sono uscita sul balcone e ho dovuto mettere la mascherina». È un terrazzo ad uso dell’hotel, non il suo. Chi non ce l’ha, sta chiuso in camera, con il cambio biancheria da infilare in un sacco. «Non è facile, ma se va fatto si fa seriamente. Diverse persone ci hanno aiutato, c’è chi anonimamen­te ci ha fatto arrivare libri e cibo».

Cinque positivi

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I cuochi siciliani hanno preparato i casoncelli li hanno consegnati: per l’operazione «Pale/rgamo» hanno realizzato magliette e scatole ad hoc
La ricetta I cuochi siciliani hanno preparato i casoncelli li hanno consegnati: per l’operazione «Pale/rgamo» hanno realizzato magliette e scatole ad hoc

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