Petronio, giù la serranda dopo 66 anni
La boutique svende tutto e lascia i locali prima dell’estate
È una storia che si chiude dopo sessantasei anni, quella della boutique Petronio in via Locatelli, iniziata addirittura nel 1954. Sono però bastati pochi mesi per una scelta difficile: il negozio chiude e lascerà gli spazi storici entro l’estate. «Qui dentro è passato il mondo, ma ora il mondo è cambiato», dice Dario Salvi, titolare. Tutto era iniziato con il suo bisnonno, che nella fase iniziale della storia era specializzato in cappelli.
L’immagine che le parole di Dario Salvi suggeriscono è quella di una gloriosa gara ciclistica, come una grande classica, chiamiamola la «Bergamo-Petronio del ben vestire». Partita ai tempi di Koblet e Bartali, nel 1954, l’avventura commerciale della boutique uomo-donna di piazza della Libertà sta per affrontare la volata finale di una liquidazione che durerà 13 settimane e che farà trovare ai clienti, sotto il traguardo, pure i capi della prossima primavera estate, ribassati anche quelli (sconti fino al 70%). Segno evidente che quando il patron Dario aveva fatto gli ordini delle nuove collezioni, un anno fa, il pensiero di chiudere non lo sfiorava nemmeno.
Sono bastati pochi mesi, però, per decidere di mettere fine a 66 anni di storia. «Gli ordini della merce nuova erano già partiti e non abbiamo più potuto annullarli — si rammarica Salvi — e poi ci mancava pure il coronavirus». Che si è aggiunto alla crisi, all’e-commerce e anche a qualche vicissitudine famigliare. No, non deve essere stato facile per chi come lui ha trascorso 40 anni dietro il bancone, consigliando una clientela esigente e facoltosa («ai bei tempi c’era chi si rifaceva il guardaroba in un colpo solo»), dire basta. «A 62 anni posso andare in pensione, no? — scherza — Ho ricordi bellissimi, qui dentro è passato il mondo, ma il mondo è molto cambiato». Dai 10 commessi dei bei tempi che furono, lo staff si è ridotto a sei addetti che prima dell’estate lasceranno l’attività senza troppi patemi. «C’è chi andrà in pensione e chi si è già ricollocato», conferma il titolare.
L’avventura dei Salvi era cominciata con il bisnonno che aveva aperto un negozio specializzato in cappelli, ampliando in seguito l’assortimento merceologico. Poi era toccato al padre di Dario, Atuel Salvi, raccogliere il testimone: dopo aver sposato Rosalia Anfilocchi, sarta sul Sentierone, aveva aperto la Salfra (acronimo di Salvi Fratelli) in via Baioni. Un’eccellenza nella lavorazione di capi in pelle, ricordati da intere generazioni di bergamaschi. L’album di fotografie che vede nonna Rosalia prendere le misure a Fausto Coppi si sta per chiudere, mentre già si susseguono le visite di potenziali, nuovi affittuari. Due piani dell’ex negozio andranno appannaggio di R&P Legal. Chi entrerà e cosa farà nel piano di mezzo lo scopriremo, come cantava Lucio Battisti, solo vivendo, ma non pare essere un sequel della saga dei Salvi.