Appello per gli infermieri Rientrano anche i pensionati
Intervento dell’associazione di categoria Saranno presto attivi anche i neo laureati E c’è chi viene derubato delle mascherine
Come se non bastassero il coronavirus, il superlavoro e la carenza di mezzi e personale, devono proteggersi anche dai furti. «Una collega era andata a fare una visita a domicilio in un paese delle Valli e aveva lasciato in auto la mascherina. Quando è uscita si è trovata il finestrino sfondato e la mascherina rubata». Il racconto di Gianluca Solitro, presidente provinciale dell’Ordine delle professioni infermieristiche, dà l’idea delle difficoltà in cui si trovano i suoi settemila iscritti che stanno lottando contro la malattia.
Le impiegate degli uffici di via Rovelli hanno trascorso le giornate fra venerdì e domenica a fare 250 telefonate. Dall’altra parte della linea, gli ex infermieri in pensione (con una scrematura che ha escluso quelli al di sopra dei 65 anni, quindi della fascia d’età più a rischio), ai quali è stato chiesto di rientrare in servizio per qualche settimana per colmare le lacune negli ospedali. «Molti non potevano o non se la sono sentita: abbiamo ottenuto subito la disponibilità di 25 persone alle quali se ne stanno per aggiungere altre cinque, forse sei — spiega Solitro —. Intanto abbiamo trattato con la nostra Federazione nazionale che ci ha concesso una deroga per la loro reiscrizione temporanea gratuita. Negli anni gli organici sono stati continuamente tagliati gli organici e ora ci si trova a correre ai ripari. Ma lo stress organizzativo cui è sottoposto il sistema sanitario e, soprattutto, le gravi difficoltà dei colleghi sta ponendo le istituzioni e gli operatori nella condizione di trovare un modo di rispondere all’emergenza».
❞ Il coraggio quotidiano, la resistenza alla fatica, a orari e turni estenuanti stanno dimostrando in queste ore la straordinarietà degli infermieri Gianluca Solitro Ordine infermieri
Il che significa riaprire i concorsi per favorire l’accesso negli ospedali di chi lavora per le cooperative, nelle case di cura o nell’assistenza domiciliare, e anticipare di un mese gli esami di laurea nelle università lombarde: «I neolaureati non saranno mandati sul fronte del virus ma serviranno a liberare colleghi con maggiore esperienza».
Come per i medici, ci sono grosse difficoltà materiali per chi lavora sul territorio: «Negli ospedali si cerca di garantire la disponibilità dei dispositivi di protezione, mentre per chi si trova al di fuori sono diventati una merce rarissima — continua Solitro —. Un grossista mi ha appena spiegato che una mascherina che fino a poche settimane fa a lui costava 90 centesimi adesso è a 5 euro e finisce con arrivare sul mercato a 16 o 20. Sappiamo che le autorità stanno discutendo se concedere una deroga all’uso delle mascherine senza filtro ad alta protezione».
Anche tra gli infermieri c’è qualcuno che nel frattempo si trova in quarantena perché è stato esposto al virus o perché presenta alcuni dei sintomi compatibili: «Ci raccontano storie di grande fatica ma è importante fare sentire la propria presenza, anche e soprattutto agli anziani ricoverati, che sono quelli che hanno più paura, e che hanno più bisogno di cure. Il coraggio quotidiano, la resistenza alla fatica, a orari e turni estenuanti che stanno dimostrando in queste ore gli infermieri confermano la loro straordinarietà. Sono sicuro che, una volta terminata questa tempesta, saremo più forti di prima e spero che non si spengano i riflettori su chi non ha mai smesso di prendersi cura del prossimo».
Un ringraziamento alla categoria è arrivato al direttore generale dell’Ats di Bergamo Massimo Giupponi: «Dopo le ostetriche nei giorni scorsi, ringrazio oggi gli infermieri: un’altra componente essenziale del sistema sanitario bergamasco sta scendendo in campo in questa emergenza, dimostrando abnegazione e spirito di servizio per il bene di tutti».