L’inossidabile Finazzi «Così a 75 anni colleziono medaglie»
Le misure restrittive imposte per il diffondersi del coronavirus hanno causato anche il rinvio della rassegna tricolore indoor di atletica di Ancona per le categorie master. Un evento a cui avrebbero partecipato una decina di bergamaschi, tra cui Marisa Finazzi, che sarebbe stata chiamata a difendere la sfilza di titoli conquistati nel lancio del peso e del giavellotto dal 2006, anno del debutto nelle categorie amatoriali. «In totale 27», fa i conti la 75enne di Romano di Lombardia, portacolori dell’Atletica Sandro Calvesi. «Peccato non andare ad Ancona, per noi amatori i campionato sono un momento in cui si rincontrano amici che non si vedono da mesi. Detto questo, se c’è un’emergenza è giusto fermarsi».
Come si fa a preparare un italiano se non si conosce la data?
«Per me l’allenamento è sempre uguale: lunghe camminate, i lavori di casa e, una volta a settimana, un allenamento specifico sulla forza».
Sugli allenamenti è naif, in pedana si trasforma?
«Quando gareggio sono serena: vivo la gara come un hobby, senza ansie».
Mai sentito pressione? «Sì, agli Europei del 2016. Era da un po’ che fisicamente non stavo benissimo: l’argento nel giavellotto mi ha ridato certezze e ottimismo».
Quando ha iniziato a praticare sport?
«Nel 1958, al Liceo Sarpi.
Ho praticato fino al 1962 il salto in alto, vincendo due titoli italiani junior; poi nel 1962 sono diventata docente di lettere e ho accantonato l’atletica, almeno fino al rientro nelle categorie master del 2006». Accantonare per modo di dire: allenatrice di volley, presidente dell’Atletica Romano e chissà cos’altro…
«Corsi di chitarra, teatro, boy scout, o sci club».
Come sono cambiati i giovani? «Li vedo spenti, poco motivati, forse per paura di sbagliare. Sembrano incapaci di reggere l’insuccesso o un semplice rimprovero, che è uno dei primi insegnamenti dello sport».
Da allenatrice ed ex insegnante di Lettere, cosa chiedeva ai suoi ragazzi?
«Di non sprecare il talento».
E cosa chiede a se stessa? «Mettere in pratica le idee che mi vengono in mente o i progetti che mi vengono proposti. Con l’entusiasmo di chi, anche quando deve lanciare il peso a 9 metri, si diverte».
«Mi alleno con lunghe passeggiate e facendo le faccende domestiche»