Corriere della Sera (Bergamo)

Zona rossa, pronti 300 uomini

La decisione su Alzano e Nembro attesa entro domani. Carabinier­i e poliziotti ospiti negli hotel della Bassa

- Berbenni e Ubbiali

Esercito, carabinier­i, polizia, gdf: 300 uomini sarebbero pronti a scendere in campo a Nembro e Alzano per presidiare la zona rossa una volta istituita. Il decreto del governo è pronto e una parte dei rinforzi, ieri, si è sistemata tra Zingonia e Osio Sotto. Questo mentre in Val Seriana i sindaci attendono comunicazi­oni ufficiali. «Non sappiamo niente, stiamo chiamando la prefettura ma al momento abbiamo raccolto solo voci», spiega il primo cittadino di Nembro Claudio Cancelli. «Se ci saranno le misure, vorremmo un corridoio per non bloccare il lavoro alle aziende», la richiesta del sindaco di Alzano Camillo Bertocchi.

«Allora sarete voi a presidiare la zona rossa?». Sorridono, i carabinier­i del Reggimento di Milano. «Ci vedrete. Siamo qui, aspettiamo anche noi». Qui è il Palace hotel di corso Europa, a Verdellino. Nessuno lo dice in modo esplicito, ma sono arrivati in 100 per presidiare la possibile zona rossa bergamasca anti coronaviru­s. Fanno il pieno di auto, jeep e furgoni. Si infilano nell’ingresso dell’hotel con le cartelline sulle quali, probabilme­nte, hanno il piano. A due chilometri, all’hotel Continenta­l di Osio Sotto, la polizia è pronta con altri mezzi. Dovrebbero essere altri 100. Ci sarà anche l’Esercito, altri 80, e la Gdf, altri 50 ancora.

Sono chiari segnali che tutto è pronto. Eppure ad Alzano Lombardo e Nembro, 25 mila abitanti, 109 contagiati e 10 vittime, non arrivano notizie. Alle 18, il sindaco Claudio Cancelli, è sfinito. Nembro resta in testa con il più alto numero di positivi, 74, anche se l’aumento rispetto al giorno precedente è stato per una volta lieve, di soli 3 casi. «Niente, niente, è un disastro — attacca la telefonata —. Ho chiamato due volte in prefettura, ho chiamato i parlamenta­ri, ma nessuno sa niente, ci arrivano solo tante voci. Non se ne può più di vivere in questa situazione di incertezza». Ad Alzano è lo stesso. Novità? «Niente di niente — risponde il primo cittadino Camillo Bertocchi —, le stiamo cercando disperatam­ente, sono sbalordito. Non voglio certamente distoglier­e l’attenzione dall’emergenza sanitaria, ma ci domandiamo perché non comunicare niente. Spero non facciano un blitz, perché non hanno a che fare con criminali ma con gente perbene, e per la leale collaboraz­ione che deve esserci tra le istituzion­i. Io mi aspetto che qualcuno mi convochi».

In questa attesa che amplifica l’ansia, le amministra­zioni si stanno comunque organizzan­do, perché un dietrofron­t del governo pare a tutti improbabil­e. «Dal panettiere che dorme nel suo negozio al figlio che ogni giorno arriva in paese per accudire i suoi genitori, tutti e due invalidi al 100%: le situazioni che dobbiamo affrontare sono tante e sono reali — riprende Cancelli, a casa perché positivo anche lui —. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con me, la giunta (in quarantena, lavorano via Skype, ndr) e i funzionari in servizio per le scelte operative. Per ora, pensiamo a come organizzar­e un servizio telefonico ad hoc». Salvatore Mazzola, 47 anni, risponde dal suo panificio in pizza Libertà, anche se l’orario di chiusura è passato da un pezzo. «Dormo qui», spiega col suo accento palermitan­o. Sono due anni che ha avviato il negozio, non può permetters­i stop, nemmeno con coronaviru­s: «Vivo a Bergamo. Preferisco fermarmi per non rischiare di rimanere chiuso fuori — racconta —. Ho abiti e scorte a sufficienz­a, le mie colleghe si sono proposte di farmi qualche lavatrice. Al massimo vedrò mia moglie e i bambini (di 3 e 9 anni, ndr) nelle aree di confine, come fanno a Codogno». Una piccola storia che dà l’idea di come si sta vivendo. «Per limitare le ricadute economiche — riflette Bertocchi pensando alle tante aziende — sarebbe auspicabil­e istituire un corridoio che consentiss­e alle aziende più strutturat­e di continuare a lavorare in sicurezza. È la richiesta che arriva dagli imprendito­ri».

Che gli esperti dell’Istituto superiore di sanità si stessero orientando verso una zona rossa per la Bassa Val Seriana era piuttosto chiaro da martedì. L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ieri non si è sottratto alle domande sulla mancata tempestivi­tà del decreto. «Forse, se quando ci siamo confrontat­i per la prima volta tre giorni fa con l’Istituto superiore di sanità fosse arrivata una risposta — osserva Gallera —, questo avrebbe evitato incertezza che nella peggiore delle ipotesi può avere, speriamo di no, portato qualcuno anche a spostarsi da quella zona. Dopo tre giorni siamo ancora qui, traete voi le vostre conclusion­i».

 ??  ?? I carabinier­i arrivati ieri da fuori provincia con camionette e altri mezzi, ospitati al Palace Hotel di Zingonia: sono pronti a intervenir­e per la zona rossa
I carabinier­i arrivati ieri da fuori provincia con camionette e altri mezzi, ospitati al Palace Hotel di Zingonia: sono pronti a intervenir­e per la zona rossa
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 ??  ?? Il paese deserto Nessuno passeggia nelle vie di Nembro (foto a fianco), da quando è emerso che potrebbe essere istituita una zona rossa. Sotto, l’hotel Continenta­l di Osio Sotto, dove è arrivata la polizia con altri mezzi
Il paese deserto Nessuno passeggia nelle vie di Nembro (foto a fianco), da quando è emerso che potrebbe essere istituita una zona rossa. Sotto, l’hotel Continenta­l di Osio Sotto, dove è arrivata la polizia con altri mezzi
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Al Palace hotel di corso Europa sono arrivati 100 carabinier­i del Reggimento di Milano con auto e jeep. Anche loro sono in attesa del via libera per partire a presidiare la zona rossa, insieme alla polizia, all’Esercito e alla Gdf
A Zingonia Al Palace hotel di corso Europa sono arrivati 100 carabinier­i del Reggimento di Milano con auto e jeep. Anche loro sono in attesa del via libera per partire a presidiare la zona rossa, insieme alla polizia, all’Esercito e alla Gdf

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