Corriere della Sera (Bergamo)

«Diventerò più cattiva»

Dopo la sospension­e per il caso doping: «Lo stop allo sport per il coronaviru­s? Una scelta inevitabil­e»

- Michele Gazzetti

Difficile parlare di liberazion­e in giornate che sono ammantate di incertezza per il Covid-19. Ieri però è terminato ufficialme­nte l’incubo personale di Martina Caironi che, dopo 4 mesi di stop, può riappropri­arsi ufficialme­nte della sua vita.

Che effetto le fa lasciarsi definitiva­mente alle spalle la sospension­e?

«Mi sento più libera. Il processo di lento ritorno alla normalità è iniziato un mese fa con l’autorizzaz­ione a riprendere gli allenament­i. Sensazioni dopo la prima corsa? Ero arrabbiata perché ho realizzato che mi stavano per portare via tutto quello che avevo fatto. Qui a Bologna hanno chiuso i campi per il coronaviru­s e almeno per il momento non posso continuare a prepararmi, posso solo fare un po’ di palestra a casa. Quelle del governo sono scelte inevitabil­i, bisogna attenersi alle indicazion­i dall’alto».

Adesso tutto torna come prima?

«Ora posso tornare finalmente ad avere tutti i miei diritti. Tornerò ad avere uno stipendio da parte del Comitato Paralimpic­o, riprenderò il mio posto nella Giunta e una volta superato il problema del coronaviru­s riprenderò tutte le mie attività, a partire da quelle nelle scuole. Il mio obiettivo era e rimane Tokyo».

A livello personale invece? «I danni morali rimangono. Sono un po’ più vigile, più conscia dei rischi del mestiere, non ho più quella fiducia incondizio­nata negli altri. In futuro sarò più diffidente nei confronti delle persone che ruotano intorno a me, in particolar­e quelle che possono avere a che fare con la mia carriera in maniera determinan­te».

Adesso come va il moncone della gamba amputata?

«Sto facendo tanta prevenzion­e, vado dal fisioterap­ista e metto olio oltre alle creme lenitive. La situazione è migliorata dopo esser stata 20 giorni senza protesi a gennaio. La ferita si è chiusa ma appena ho ripreso gli allenament­i ho ricomincia­to a soffrire. Se si dovesse riaprire non saprei ancora cosa poter utilizzare. In questi mesi di stop ho fatto mille visite e prima o poi dovrò operarmi: si tratterebb­e di limare l’osso e richiudere. Ma devo stringere i denti fino alle Paralimpia­di perché richiedere­bbe almeno due mesi di stop».

Cambierà anche il modo di allenarsi?

«Devo ascoltare il mio corpo, non me ne frega più niente se qualcuno interpreta le mie cautele come poca voglia di allenarmi. Un atleta paralimpic­o non si allena di meno perché c’è meno concorrenz­a ma perché altrimenti non mette più la protesi e non vive più».

Tornerà all’agonismo al Grand Prix di Parigi?

«Ho accettato l’invito per il Test Event di Tokyo a inizio maggio. Se non verrà fermato dall’emergenza sarà quello il primo appuntamen­to. Europei? Sto insistendo per farli, vorrei assaggiare una gara importante prima delle Paralimpia­di. Mi sento al 60% ma una cosa è certa: non mi sono dimenticat­a come si corre, tornerò al 100% e più cattiva di prima».

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 ??  ?? Campioness­a Martina Caironi, 30 anni, ha vinto tre medaglie d’oro alle Paralimpia­di
Campioness­a Martina Caironi, 30 anni, ha vinto tre medaglie d’oro alle Paralimpia­di

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