Il triste primato: 1.245 contagi
Nessuno come Bergamo. In città negozi chiusi, Orio a mezzo servizio. E a Nembro raddoppiata la mortalità
I contagiati dal coronavirus sono saliti a 1.245: in una settimana sono quintuplicati. I decessi sono 90, anche se i numeri ufficiali sono probabilmente al ribasso. L’epidemia si è ormai diffusa in tutta la provincia, arrivando in 173 comuni, anche se alcuni con pochi casi. Ma la Bassa Val Seriana continua a pagare il prezzo più alto: Nembro con 13 altri morti, Alzano con 8 e Albino con 6. Don Fausto Resmini resta in gravi condizioni. Al secondo giorno di ulteriori restrizioni, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, l’ha ribadito: «Non possiamo sconfiggere il coronavirus con un farmaco perché non c’è. Bisogna stare in casa, anche i ragazzi».
Le età colpite Tra le vittime molti ultraottantenni, ma anche persone tra i 65 e i 75 anni
In un giorno 248 contagiati in più. L’assessore Gallera: «Bisogna restare in casa, anche i ragazzi»
Terzo martedì, e siamo a 1.245 persone positive al coronavirus. Parliamo in quasi tutti i casi di persone con sintomi ben manifesti, perché da giorni ormai i tamponi vengono riservati solo a chi ha febbre e problemi respiratori. Il 25 febbraio i casi erano 10, una settimana fa 243.
È un bilancio che angoscia, ma che è necessario raccontare perché a tutti sia chiara «la crescita significativa» dell’epidemia, per riprendere l’espressione usata ieri dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera nell’ormai quotidiano appuntamento via Facebook. La comunicazione ai tempi del Covid 19 è anche questa, un filo diretto tra le istituzioni e il popolo del web, a cui Gallera è tornato a raccomandare il rispetto delle misure di contenimento: «Il messaggio forte è di restare al proprio domicilio — ribadisce l’assessore —. Non possiamo sconfiggere il coronavirus con un farmaco, perché non c’è. L’unico modo è ridurre drasticamente la vita sociale e questo vale anche per i ragazzi, che possono essere un veicolo del contagio».
Oltre ai pazienti, ci sono le vittime, salite a 90, anche se i numeri ufficiali sono probabilmente al ribasso. Nembro paga il prezzo più alto con 13 morti, seguito da Alzano (8), Albino (6), Bergamo (4), Osio Sotto, Pradalunga e Villa di Serio (3), Brignano Gera d’Adda, Fiorano al Serio, Ranica, San Paolo d’Argon, San Giovanni Bianco, Sedrina, Seriate, Torre Boldone e Zogno (2). Si registra una vittima in 31 comuni: ad Aviatico, Brusaporto, Calvenzano, Capriate, Cene, Colzate, Covo, Dalmine,
Dossena, Fino del Monte, Gazzaniga, Gandino, Gorno, Lallio, Leffe, Lovere, Montello, Onore, Paladina, Presezzo, Romano di Lombardia, Telgate, Trescore Balneario, Scanzorosciate, Serina, Treviolo, Urgnano, Val Brembilla, Valbrembo, Vertova, Villa d’Almè. In tanti casi si tratta di anziani sopra gli 80 anni, se non ultranovantenni. Ma ci sono anche 25 persone tra i 65 e i 75 anni, l’età più bassa è quella di un 61enne di Nembro.
La mappa dei contagiati — 248 in più in un giorno, lo scalino dei 1.000 nemmeno si è visto — è una conferma dell’emergenza che stanno vivendo la città, con 162 casi, e Nembro con 107. Alzano Lombardo è a 55 casi, Albino e Zogno a 51, Vila di Serio 31, Seriate 28, Dalmine 24 e Romano di Lombardia 20.
Il prefetto Elisabetta Margiacchi, il questore Maurizio Auriemma, il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII Maria Beatrice Stasi. Sono tutti positivi, anche se stanno bene. Domenica, Urgnano ha perso il parroco don Mariano Carrara, 72 anni, morto all’ospedale di Bergamo, mentre risultano gravi, ma stazionarie, le condizioni di don Fausto Resmini, il sacerdote dei carcerati e della comunità don Milani di Sorisole, legata al Patronato. È da giovedì in Terapia intensiva alle Gavazzeni.