I medici ancora senza mascherine
L’allarme dei medici di medicina generale: «Ci sentiamo abbandonati, tante polmoniti interstiziali anche per persone che hanno tra i 30 e i 50 anni»
«Senza mascherine e occhiali rischiamo di contagiare». È l’allarme lanciato dai medici di medicina generale: «Ci sentiamo abbandonati».
Paola Pedrini
I sindacati: difficoltà emotiva del personale per i tanti decessi L’Ordine degli Infermieri: tante lacrime, ma si combatte
Per l’uomo della strada trovare una mascherina ormai è un’impresa ai limiti dell’impossibile. La cattiva notizia è che non va meglio a medici e personale sanitario. Le Asst preferiscono non esporre numeri e rinviano alla Regione nonostante dalle corsie trapelino le lamentele di medici e infermieri che hanno contingentate le Ffp2, le mascherine dotate di filtri. Quelli più in difficoltà sono i medici di base. Sulla carta i sanitari sul territorio dovrebbero ricevere un approvvigionamento, spiega l’Ats, di un numero significativo di dispositivi.
Ma la Fimmg Lombardia lancia all’allarme, la sezione regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale per voce della presidente, la bergamasca Paola Pedrini, medico di base a Trescore Balneario. «Ogni medico — spiega — dovrebbe ricevere non solo mascherine, ma anche occhiali, camici e cuffie. Tutti presidi monouso da utilizzare e gettare dopo ogni visita a pazienti con sintomi compatibili con il Covid-19. Invece nell’ultima consegna, giovedì scorso, c’erano solo guanti e mascherine chirurgiche (quelle senza filtri) con un solo camice monouso. Si cerca di fare di necessità virtù, comprando in farmacia o su internet il materiale che manca, ma ormai è una missione praticamente impossibile».
Sembra che sia andata un po’ meglio ai medici della bassa Val Seriana che hanno ricevuto anche qualche mache, scherina Ffp2, quelle con i filtri. «È un disastro — continua la Pedrini — perché il numero delle polmoniti interstiziali è sempre più alto anche tra chi ha tra i 30 e i 50 anni. Questi pazienti però se non presentano sintomi di asfissia rimangono a casa». Per questo la Fimmg ha chiesto alla Regione che siano fatti i tamponi a domicilio per verificare il contagio.
«Ci sentiamo abbandonati — dice la Pedrini —. Il rischio è che il medico finisca per ammalarsi e diventare fonte di contagio». In provincia i medici di base sono 600 e già una ventina ha contratto il Covid-19, e ogni giorno qualcuno segnala che ha la febbre.
Guido Marinoni, presidente provinciale dell’Ordine dei Medici, ammette che il problema c’è. «È legato al fatto essendo sature le terapie intensive, i pazienti con polmonite interstiziale, se non hanno particolari gravità da richiedere ventilazione, sono a domicilio. Così però si creano difficoltà al medico di medicina generale che, pur non essendo fornito di mezzi di protezione individuale, non si sottrae ai suoi doveri di assistenza e rischia di diventare quello che diffonde il virus».
Per Marinoni la questione dei tamponi è un tema scottante. «In pratica — spiega il presidente provinciale dell’Ordine dei Medici — i tamponi vengono fatti soltanto ai ricoverati negli ospedali. Questo però finisce anche per creare inesattezza sui dati dei contagi, che non sono attendibili. Il contagio da Covid-19 è una situazione eccezionale che ha messo sotto stress tutto il sistema sanitario, le difficoltà sono evidenti, ma il sistema tiene per il sacrificio di medici e infermieri e non per chi organizza la sanità ai piani alti».
E la difficoltà di reperire mascherine e presidi monouso cresce non solo nei presidi sanitari, ma anche nelle case di riposo dove aumentano i decessi legati all’epidemia. «Sollecitiamo tutti i giorni al rispetto delle direttive Oms per il loro utilizzo — dice Roberto Rossi della funzione pubblica Cgil —. C’è un problema indubbio di approvvigionamento, ma ormai si va avanti mettendo delle pezze». Il sindacato segnala però la difficoltà emotiva del personale sanitario di fronte anche al crescere dei decessi. Una difficoltà segnalata pure dall’Ordine degli Infermieri. «In questi giorni — si legge in un comunicato diramato ieri — gli infermieri stanno silenziosamente sostenendo il sistema salute coprendo a volte le lacrime dietro le mascherine ed è evidente che non lasceranno mai questa battaglia».
Ogni medico dovrebbe ricevere non solo mascherine ma anche occhiali, camici e cuffie. Tutti presidi monouso da utilizzare e gettare dopo ogni visita a pazienti con sintomi compatibili con il covid-19
Presidente Fimmg Lombardia