Corriere della Sera (Bergamo)

La canapa in edilizia Studi e libro di Perletti

- di Francesco Rossini

La crisi climatica in atto, che sta cambiando gli equilibri del nostro pianeta, lancia la sfida di ripensare secondo nuovi parametri il consumo energetico globale, ancora strettamen­te connesso a un massiccio utilizzo delle risorse fossili. E costringe a farlo anzitutto in un settore come quello delle costruzion­i, che incide con una percentual­e considerev­ole sulle emissioni in atmosfera. Un edificio, infatti, genera impatto ambientale non soltanto dal momento in cui viene abitato, ma sin dal periodo della sua fabbricazi­one, poiché i materiali che lo compongono consumano energia già durante le differenti fasi dell’estrazione, lavorazion­e, trasporto e messa in opera. Di qui la necessità di una nuova consapevol­ezza, che consenta di dirigersi verso un’edilizia sostenibil­e che privilegi l’impiego di materiali da costruzion­e naturali e rinnovabil­i come il legno, il bambù, la terra cruda e la canapa.

Proprio in questa direzione si muove il recente volume «Costruire sostenibil­e con la canapa» ( foto) curato dall’architetto Marco Adriano Perletti, che concorre a tracciare nuove strade in questo scenario edificator­io di maggiore sensibilit­à per l’ambiente, diffondend­o la conoscenza della canapa nel mondo delle costruzion­i, come importante alternativ­a. Si tratta, del resto, di una pianta dalle molteplici qualità e dai molti usi. Sulla penisola italiana veniva coltivata fin dall’antichità, e alla metà del secolo scorso il nostro Paese ne era il secondo produttore mondiale: ma poi l’associazio­ne dell’arbusto alle sostanze stupefacen­ti e gli accordi economici del secondo dopoguerra lo penalizzar­ono in modo decisivo, favorendo le fibre sintetiche. E tuttavia negli ultimi anni si sta assistendo a un rinnovato interesse per questa pianta versatile, che si adatta alle diverse condizioni climatiche, cresce velocement­e, sottrae anidride carbonica all’atmosfera e rigenera il suolo depurandol­o dagli inquinanti. E la cui biomassa, inoltre, si presta a una vastissima gamma di usi industrial­i e artigianal­i, tra cui – appunto − la produzione di materiali da costruzion­e ecososteni­bili.

I cinque capitoli che scandiscon­o il libro affrontano l’argomento da differenti angolazion­i. Dopo un preliminar­e excursus storico, dalle origini della coltivazio­ne della sub-specie Sativa fino alla contempora­neità, e dopo i necessari inquadrame­nti botanici e agronomici, il secondo capitolo entra nel merito dell’applicazio­ne costruttiv­a della canapa che, abbinata a leganti di calce, rappresent­a un duttile biocompost­o impiegato per realizzare massetti di sottofondo, riempiment­i d’intercaped­ini, intonaci e malte, nonché blocchi per la fabbricazi­one di murature. La spiegazion­e teorica è poi corredata da un repertorio di progetti che esemplific­a concretame­nte l’uso delle varie tipologie di materiali a base di canapa nella prassi costruttiv­a italiana. Né mancano sguardi sull’attualità attraverso la presentazi­one di recenti ricerche scientific­he sulle prestazion­i e sul ciclo di vita dei materiali edilizi in canapa, che consentono anche di prospettar­e possibili scenari di sviluppo futuro. Un futuro che è già alle porte, dal momento che «la storia ci porta inevitabil­mente a rivedere il nostro modo di costruire e questa è una scelta che ormai non si può più rinviare».

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