«Io, diviso tra vecchi vinili e fotografie»
Fabio Treves racconta le sue giornate lontano dal palco. Con qualche consiglio doc «È un’opportunità per riflettere e scoprire una nuova vita. Ma anche per riordinare il mio archivio»
Come tutti noi milanesi sto vivendo un momento strano, inaspettato, triste ma che può diventare un’opportunità per riflettere e conoscere una nuova dimensione di vita. Restate a casa, restiamo a casa! Lo dobbiamo fare per sconfiggere il virus e poterci poi riprendere in mano le nostre vite. Possiamo anche scoprire, come ho fatto io, che stare a casa non è così spiacevole, anzi… Quando mai ho avuto tutto questo meraviglioso tempo libero per dedicarmi alle cose che mi piacciono ma che normalmente non trovano spazio nella frenesia delle giornate?
Io resto a casa. Al primo posto naturalmente per me c’è la musica, ascolto i miei dischi preferiti, i miei LP di blues, magari datati ma sempre attuali; mi faccio avvolgere da atmosfere blues che mi danno energia e mi fanno sognare. Poi vado a cercare in internet i video dei miei idoli e certi incredibili vecchissimi filtirvi mati in bianco e nero che raccontano la storia del blues. Che pelle d’oca ascoltare Muddy Waters e Willy Dixon in inediti degli anni 50! Il consiglio che voglio darvi per questa vostra forzata parentesi casalinga è: andate a risentografia. tutti i vinili che in tanti anni vi siete ripromessi di ascoltare con calma, ma non avete mai trovato il tempo di farlo. E se posso permettermi un consiglio vi darei i nomi di cinque artisti e relativi album che considero il meglio in assoluto: B.B.King in «Live at County Jail», Muddy Waters in «Woodstock album», Robert Johnson nelle sue 29 storiche registrazioni, John Mayall con Eric Clapton nel vinile del 1966 e per finire la grandissima blues woman Koko Taylor in «The Queen of the Blues».
Io resto a casa. Siccome due altre miei grandi passioni sono il cinema (passione ereditata da mio padre Gaddo che negli anni 50 si presentò a «Lascia o Raddoppia» proprio in questa materia) e la lettura, mi immergo nelle enciclopedie sul cinema o nei thriller e polizieschi che mi piacciono molto.
Io resto a casa. Nonostante l’età, non sono nonno e non ho nipotini da accudire, e quindi mi avanza ancora tempo libero per la mia amata foNe approfitto così per sistemare e digitalizzare migliaia di scatti in bianco e nero e a colori, e per archiviare come si deve i ritratti dei miei grandi miti musicali che ho avuto la fortuna di fotografare: Hendrix, Zappa, B.B.King, Muddy Waters, Jeff Beck, Buddy Guy, Robben Ford, Joni Mitchell…
Restiamo a casa! Anche se non per scelta ma per un’emergenza, anche se per un motivo così serio come questo bastardo odioso virus, stare a casa è una vera scoperta. Io poi ho la fortuna di vivere con una donna meravigliosa e divertente, e stare a casa con lei è veramente piacevole.
Io resto a casa. E quando voglio spremere qualche lacrimuccia posso sempre incantarmi guardando la cassetta della «Gazzetta dello Sport» con i 100 goal di Sheva!
Vi saluto con affetto cari lettori del «Corriere, un affettuoso abbraccio virtuale da Fabio Treves, il vostro Puma di Lambrate #iorestoacasa.
«Che pelle d’oca riascoltare Muddy Waters e Willy Dixon in inediti degli anni 50»
Sweet Home Lambrate
Il bluesman Fabio Treves. È chiamato il «Puma di Lambrate» in riferimento a John Mayall detto il «Leone di Manchester». «Per me il Lambro era il Mississippi», racconta