Corriere della Sera (Bergamo)

Dal balcone le musicoccol­e di Elisa

Dai Pearl Jam a Celentano, ogni giorno i mini live di Elisa Paganelli con l’autoharp

- Rosanna Scardi

Canta e suona sul balcone per avvicinare i cuori costretti alla lontananza dalla quarantena e facendo ricordare i momenti più gioiosi del passato. Elisa Paganelli, 34 anni, insegnante di canto, ogni pomeriggio, alle 18, si siede sul balcone di casa, a Scanzorosc­iate, imbraccian­do l’autoharp, strumento molto usato nel country; non parla, si limita a salutare con un timido sorriso e inizia a cantare per i vicini e per chi la segue nella diretta dalla sua pagina Facebook.

«In questa situazione drammatica possiamo contare sulla tecnologia e affidarci alla musica che trascende il contatto fisico e ha un potere immenso, è un balsamo che può lenire il dolore», spiega Elisa il senso dell’iniziativa, difficile da portare avanti, tanto più dopo aver visto le immagini dei furgoni militari che trasportan­o le bare delle vittime bergamasch­e da coronaviru­s negli incenerito­ri di altre città. «È straziante sapere che non puoi fare una veglia per un tuo caro — dice —: a maggior ragione mi impegno, la musica ha un potere terapeutic­o, vorrei che la mia voce arrivasse a chi, in questo momento, ne ha più bisogno».

A differenza dei tanti flash mob sonori improvvisa­ti dalle terrazze di tutta Italia, con le persone che si sono affacciate suonando qualsiasi strumento (perfino le pentole), Elisa cerca di esaudire le richieste che le arrivano: ogni giorno canta due brani, scelti tra la ventina che le sono richiesti. Per questo motivo, davanti a lei c’è un leggio. Non è semplice, spesso non conosce i testi e deve imparare le canzoni in pochissimo tempo. La contattano sui social oppure attraverso la pagina della sua attività, «Musicoccol­e», un percorso che prevede incontri per famiglie, dalla gravidanza alla prima infanzia, sulla musicalità. «Faccio del mio meglio, mi consola sapere chi sta soffrendo voglia ricordare un evento felice attraverso una canzone che lo rievoca — racconta l’insegnante che ha iniziato i i suoi mini concerto volendo infondere positività con “What a wonderful world” di Louis Armstrong —: una ragazza che ha perso il papà mi ha chiesto di cantare per lei “All of me” di John Legend che faceva da sottofondo mentre lui la accompagna­va in chiesa il giorno del suo matrimonio, mentre una signora ha voluto che le facessi sentire il brano che ascoltava in balera quando ha visto per la prima volta il suo futuro marito, che ora non c’è più, “L’emozione non ha voce”, di Celentano». In memoria di un’altra persona le è stato chiesto e dovrà cantare “Le rondini» di Lucio Dalla, «un pezzo difficile, che sto imparando, mi perdoneret­e gli errori», dice lei. Su suggerimen­to di un’altra famiglia ha, invece, fatto ascoltare «Piccola stella senza cielo» di Ligabue. Se i pazienti sono ricoverati, ma coscienti, riescono a essere in contatto con i propri cari con il cellulare. E una bella canzone può sollevare il loro animo, far sentire che c’è chi pensa a loro anche se non può essere accanto al letto d’ospedale. «A una mia allieva, ricoverata a Lumezzane, farò ascoltare il primo pezzo che abbiamo cantato insieme, “Il cielo d’Irlanda” di Fiorella Mannoia — aggiunge la cantante —: sono sicura che il mio abbraccio virtuale le arriverà. A un’altra “I’ll never love again” di Lady Gaga».

È raro che a Elisa siano suggeriti brani tristi o malinconic­i. Solo per sua scelta ha voluto proporre «Hallelujah» di Leonard Cohen, più che un canto, una preghiera accorata, per augurare buon viaggio. La dedica era per Ivana Valoti, l’ostetrica all’ospedale di Alzano, vittima del covid19, che l’ha assistita durante la gravidanza.

Anche Elisa ha una sua canzone che è proprio legata alla nascita del suo bambino, Gregorio, 4 anni: è «Just breathe» dei Pearl Jam. Il testo dice: «Stay with me, let’s just breathe», resta con me, respiriamo e basta. Il finale rimanda al dramma attuale con le parole «hold me ‘till I die, meet you on the other side», tienimi fino alla morte, ci vediamo dall’altra parte. «Invita a riflettere anche sulla quarantena e su chi sta accanto a noi, a dare davvero importanza ai nostri affetti», conclude.

❞ La musica ha un potere terapeutic­o, vorrei che la mia voce arrivasse a chi ne ha più bisogno

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Elisa Paganelli, 34 anni, durante uno degli incontri legati a «Musicoccol­e>, un percorso per famiglie con bambini sulla musicalità, e mentre imbraccia l'autoharp che suona ogni giorno alle 18 dal suo balcone proponendo due canzoni scelte tra le richieste che si possono inviare alla sua pagina Facebook
Artista Elisa Paganelli, 34 anni, durante uno degli incontri legati a «Musicoccol­e>, un percorso per famiglie con bambini sulla musicalità, e mentre imbraccia l'autoharp che suona ogni giorno alle 18 dal suo balcone proponendo due canzoni scelte tra le richieste che si possono inviare alla sua pagina Facebook

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