Corriere della Sera (Bergamo)

L’esercito con la polizia per i controlli Trasferite altre bare

- A.D.L.

Un’altra triste fila di camion militari si è allungata ieri nelle vie di Bergamo. Sono quelli con cui sono stati trasportat­i 74 feretri per la cremazione al cimitero di Ferrara, dove sono stati accolti dal sindaco e dall’esecuzione del Silenzio fuori ordinanza. Altri militari parteciper­anno invece alle attività di controllo della polizia. Sono i venticinqu­e soldati della Secondo Reggimento trasmissio­ne alpini di Bolzano, dislocati in aeroporto per l’operazione Strade sicure. Essendo Orio praticamen­te inattivo, i soldati affiancher­anno le pattuglie delle Volanti per i controlli, divisi su tre turni nell’arco delle 24 ore.

Il giorno di un tragico record per Bergamo e provincia, nei dati ufficiali della Regione: 715 contagiati in più registrati nel giro di 24 ore e soprattutt­o 256 vittime che venerdì non risultavan­o. Le persone positive al coronaviru­s sono 5.869, i deceduti balzano verso quota mille, a 951. Il territorio si conferma il più contagiato d’Italia. A Bergamo città, in particolar­e, i positivi sono 777, contro i 182 di Nembro, i 171 di Albino e i 153 di Alzano: in bassa Val Seriana l’impennata sembra essersi fermata, e il sindaco di Nembro Claudio Cancelli, guarito, parla per la prima volta di un calo dei decessi. Mentre il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro cita Atalanta-Valencia del 19 febbraio, «come evento che potrebbe aver favorito l’epidemia sul territorio: ma è un’ipotesi».

In un tentativo estremo di contenere il contagio, e in attesa di decisioni del governo, ieri il presidente della Regione Attilio Fontana ha firmato una nuova ordinanza: stop ai cantieri, sospension­e dell’attività degli uffici pubblici rimasti aperti e degli studi profession­ali, chiusura dei negozi di alimentari nelle stazioni e divieto categorico di svolgere attività ludica o ricreative all’aperto (resta salvo lo sport ma solo individual­e). L’assessore al Welfare Giulio Gallera, nel suo consueto appuntamen­to quotidiano dedicato all’emergenza per il Covid-19, ha parlato di «dati che non ci devono buttare nello sconforto, ma portare ad agire con ancora più forza. Serve grande determinaz­ione, dobbiamo restare a casa, usando tutti i mezzi di protezione individual­e e dimostrand­oci più forti del virus».

Dopo l’allarme del sindaco Giorgio Gori sui «numeri reali» che non tornano rispetto ai report regionali, alcune consideraz­ioni preoccupan­ti arrivano anche dai medici di base, proprio sul fronte statistico. Per esempio di Massimo Bellisario, medico di base ad Alzano Lombardo, che ha all’incirca 1.500 mutuati, come tutti gli altri suoi colleghi sul territorio: in un video accorato e sofferente su Facebook, il dottore racconta di avere conteggiat­o circa 100 pazienti malati e tuttora a casa con sintomi da coronaviru­s, ma mai sottoposti al tampone. Una percentual­e del 6% sul totale delle persone in cura, che addirittur­a cresce nella testimonia­nza di un altro medico di famiglia, intervista­to nella pagina qui a fianco, Mario Sorlini di Albino: 150 pazienti «tutti con sintomi da Covid-19». E se il mondo dei mutuati di uno o più medici di base valesse come «popolazion­e» di un sondaggio, il 6 per cento, o addirittur­a il 10 nel caso del secondo medico, rappresent­erebbero un numero di contagiati altissimo e ben diverso, come sostengono i sindaci, da quello ufficiale delle persone sottoposte ai tamponi. Basti dire che 5.869 contagiati ufficiali sul totale della popolazion­e della provincia di Bergamo, costituisc­ono solo lo 0,5%.

Il dolore è tanto dietro quei numeri, che rappresent­ano storie di vita. Come quelle raccontant­e, per esempio di uno dei più importanti pediatri di Bergamo, Carlo Zavaritt, o dell’operatore del 118 Diego Bianco, 46 anni, e ancora del sindaco di Mezzoldo Raimondo Balicco, o dell’infermiere di Brignano Luciano Mazza e del carabinier­e Claudio Polzoni, anche lui quarantase­ienne. Di ieri la notizia della scomparsa dell’ex consiglier­e comunale di Verdellino Vincenzo Valois, padre del vicesindac­o Umberto. E tante altre vite spezzate, forse non raccontate sui giornali, ma ognuna con le sue particolar­ità e i suoi affetti.

Vite e non numeri, forse anche così si spiega il gesto di ieri del sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ha accolto con il suono del Silenzio e la fascia Tricolore i 74 feretri arrivati dal cimitero di Bergamo (dove il forno crematorio è al limite) sui camion dell’esercito.

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Senza addio I feretri arrivati da Bergamo al cimitero di Ferrara. In tuta bianca gli uomini dell’Esercito italiano

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