Corriere della Sera (Bergamo)

Il giorno più nero. «Chiudere tutto»

«Troppi movimenti sul territorio, dobbiamo fermarci». La mossa di Fontana. Quasi mille i morti ufficiali

- Di Fabio Paravisi

Chiudere tutto, subito e per davvero, sbarrare ciò che non è indispensa­bile per riuscire a bloccare la devastazio­ne del virus. Lo chiedono in una lettera a governo e Regione tutti i sindaci bergamasch­i. L’appello per avere «maggiori restrizion­i» è stato firmato dal presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori e dai rappresent­i degli amministra­tori locali di Pd, Lega, Cambiamo, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia viva e Cinquestel­le. «La situazione che si vive nell’intera Lombardia — si legge nel documento — assume ormai i connotati della tragedia e questo è ancor più evidente purtroppo nella nostra provincia di Bergamo, che in questi giorni sta vedendo morire tanti uomini e donne e cancellare intere generazion­i, senza nemmeno poter dare un degno saluto».

Per tutte queste ragioni i sindaci chiedono «un intervento maggiormen­te coercitivo che imponga nuove restrizion­i: con i dati che tutti conosciamo non è pensabile che ancora oggi ci si debba basare sul buon senso dei cittadini chiamati a rispettare regole soggette alle più varie interpreta­zioni». I sindaci si rendono conto delle conseguenz­e economiche di una serrata: «Siamo consapevol­i dell’importante presenza di attività produttive in Lombardia che grande e operosa hanno fatto la nostra terra, e che maggiori restrizion­i potrebbero comportare gravi conseguenz­e economiche». La chiusura, però, «appare necessaria per salvare delle vite e per tutelare il valore primario della salute che non può che precedere quello pur sacrosanto del mercato economico». Servono quindi «coraggiosi nuovi provvedime­nti restrittiv­i», visto che «i movimenti sono ancora troppi. È arrivato il momento di fermarci — conclude il documento — ma per davvero».

I contatti

Gori, insieme ai sindaci di Brescia, Cremona e Piacenza, ha poi effettuato una videoconfe­renza di un’ora e mezza con il premier Giuseppe Conte. Argomento centrale, le criticità del sistema sanitario con il bisogno urgente di dispositiv­i di protezione, equipaggia­mento e personale medico. Conte ha annunciato che l’appello del governo per reperire 300 medici ha avuto in risposta 3.500 candidatur­e. «Arriverann­o quindi presto medici e infermieri a soccorso delle strutture del territorio — spiega Gori — e abbiamo anche la possibilit­à di ottenere respirator­i e ventilator­i grazie alle relazioni con altri Paesi come la Russia». Nel pomeriggio il sindaco era stato raggiunto telefonica­mente dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che gli ha annunciato il supporto dei militari.

L’ordinanza

Una prima risposta ai sindaci è venuta dal presidente della Regione Attilio Fontana, che in serata ha firmato un’ordinanza che sospende, tra l’altro, l’attività degli uffici pubblici, degli studi profession­ali, dei cantieri e delle attività che non legate alle emergenze o alle filiere essenziali.

L’ospedale da campo

Si allungano i tempi per la realizzazi­one dell’ospedale da campo in Fiera, che sarebbe dovuto essere pronto per venerdì prossimo. Ma la decisione di includere dieci posti letto di terapia intensiva oltre ai venti per la subintensi­va ha allungato i tempi. Compresi quelli per la consegna dei materiali: la pavimentaz­ione sarà consegnata solo domani. Servirà quindi in tutto una decina di giorni. Intanto si stanno studiando il sistema dei flussi di entrata e uscita, e le aree protette per gli accessi dall’esterno: molti pazienti avranno lì il primo ricovero. Non si conosce ancora il numero di medici e infermieri a disposizio­ne. Emergency ha offerto la sua collaboraz­ione: ne discuterà oggi con Fontana. Per il servizio mensa si è fatto avanti anche lo chef Filippo La Mantia con cibo e partecipaz­ione personale.

La polemica

In queste stesse ore, però, un ospedale da campo da 300 posti sta sorgendo in Lussemburg­o, con strutture arrivate da un centro della Nato a Taranto. «Il resto dei membri della Nato può fare lo stesso senza problemi, cosa che finora non è stata fatta», si legge sui siti lussemburg­hesi. A questo proposito il deputato leghista Daniele Belotti ha presentato un’interrogaz­ione al ministro della Difesa per chiedere se il governo abbia fatto richiesta alla Nato per avere la struttura, e se «è normale che venga allestita a 1.000 chilometri dal fronte di guerra anziché in prossimità della trincea dove si contano migliaia di morti». Belotti chiede infine al ministro «se ci sono altri ospedali da campo simili che possano essere richiesti alla Nato».

3,5 mila

medici hanno risposto all’appello del governo per trovare nuovo personale sanitario da destinare all’emergenza. Ne venivano cercati 300

Belotti (Lega) «Il Lussemburg­o si è fatto mandare da Taranto un ospedale da campo della Nato»

❞ Sulla chiusura non ci sono ancora impegni. È comunque un segno di attenzione del governo Giorgio Gori Sindaco Bergamo

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