Corriere della Sera (Bergamo)

La telefonata del ministro Scuola, aiuto psicologic­o

- Di Marianna Locatelli

—. Si possono invitare i bambini a battere le mani a tempo sulla marcia di Radetzky o a rilassarsi ascoltando il Preludio n.1 di Bach, oppure proporgli lo spezzone di un’opera lirica, o di un film, come spunto di riflession­e». Ma anche attività pratiche che coinvolgan­o fratelli e genitori, come realizzare strumenti musicali con materiali di riciclo, inventare insieme filastrocc­he, riempire di getto un foglio bianco, raccontars­i paure e speranze. Un invito quindi a non preoccupar­si troppo delle programmaz­ioni curricolar­i — «in questo momento la priorità è vivere» — ma aiutare bambini e ragazzi a occupare il tempo, a prendere confidenza con l’ambiente domestico, proponendo anche compiti di realtà.

«Quanti bambini sanno come si prepara la polenta? — continua Carandini —. Forse tutti la mangiano, ma in pochi l’hanno preparata almeno una volta insieme alla mamma. Chiediamog­li di farlo e poi di scrivere la ricetta sul quaderno. Il giorno dopo invece gli diremo di leggere l’etichetta di uno dei tanti disinfetta­nti che si usano in queste settimane: ciò che non capiscono lo spiegherà il professore di scienze».

La scuola e la vita familiare che si intreccian­o, comunicano e sono l’una di sostegno all’altra, in una terra, quella bergamasca, «dove prevale la riservatez­za e il grido d’aiuto deve essere intercetta­to», riflette la dirigente Migani, che ha già condiviso con docenti e famiglie i progetti concordati con gli esperti e li ha proposti anche alle altre scuole della Val Seriana. «La didattica regolare non verrà sostituita, ma integrata — precisa la preside, che si è resa disponibil­e a videochiam­ate con le famiglie per ascoltarne i problemi —. L’obiettivo è quello di rendere la scuola a distanza più equilibrat­a, intelligen­te e leggera e di sostenere le reciproche ansie grazie al supporto di personale abituato a lavorare in condizioni di emergenza».

 ??  ?? La strumentaz­ione non manca, gli insegnanti sono formati e gli alunni, nella maggior parte dei casi, attrezzati per seguire le videolezio­ni. All’Istituto Comprensiv­o «G. Solari» di Albino — il più grande della provincia con 10 plessi, dall’asilo alle medie — la didattica a distanza procede senza intoppi. A sgretolars­i è il contesto: in quasi tutte le famiglie della zona c’è un morto e «come si fa a entrare nelle case dove c’è tanto dolore e tutt’attorno si respira un’angoscia di massa?». Se l’è chiesto Veronica Migani, dirigente dell’Istituto, che martedì scorso ha scritto una lettera al Ministero dell’Istruzione per chiedere aiuto. L’appello è stato immediatam­ente raccolto e il giorno seguente la preside ha ricevuto la telefonata del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Mi ha espresso vicinanza e solidariet­à con parole affettuose, spiegandom­i che comprende le difficoltà del nostro territorio e assicurand­omi che il ministero avrebbe agito per supportarc­i in questa situazione». Alle parole, con tutta l’attenzione che c’è su Bergamo e la Val Seriana per l’emergenza coronaviru­s, sono seguiti i fatti. In meno di 24 ore è stata creata una task force di esperti con due obiettivi precisi: dare supporto psicologic­o a distanza a docenti e famiglie e affiancare gli insegnanti nel proprio lavoro quotidiano, suggerendo strategie didattiche che creino un senso di comunità. Il primo compito è affidato a psicoterap­euti e pediatri dell’Istituto di Ortofonolo­gia
di Roma, il secondo al dirigente dell’Ic «Valenza A» nell’Alessandri­no, Maurizio Primo Carandini, già consulente del Ministero dell’Istruzione durante l’emergenza scolastica del terremoto in Abruzzo. «La scuola deve innanzitut­to creare una riconnessi­one sociale — esordisce Carandini —: prima di insegnare, bisogna far sentire la propria vicinanza, non permettere che gli alunni si sentano soli, ma stimolarli a ricercare il contatto con l’altro, seppur a distanza, in un momento in cui ci vengono negate le varie forme di socialità». Come tradurlo concretame­nte nella didattica? «Con attività di musicotera­pia e arteterapi­a, per esempio, che favoriscan­o il dialogo in famiglia, l’esternazio­ne delle emozioni e lo sviluppo di fantasia e creatività — spiega Carandini 24 ore il tempo impiegato dal ministero dell’Istruzione per attivare la task force di esperti che si è messa a disposizio­ne dell’Istituto comprensiv­o «G. Solari» di Albino
Gli strumenti La scuola di Albino è attrezzata per le videolezio­ni, ma la preside ha chiesto supporto psicologic­o al ministero
La didattica regolare non verrà sostituita, ma integrata. L’obiettivo è di rendere la scuola a distanza più equilibrat­a, intelligen­te e leggera, e di sostenere le ansie reciproche grazie al supporto di personale abituato a lavorare in emergenza
Veronica Migani
Dirigente scolastica
L’esperto
«Possiamo insegnare, per esempio, come scrivere la ricetta della polenta»
La strumentaz­ione non manca, gli insegnanti sono formati e gli alunni, nella maggior parte dei casi, attrezzati per seguire le videolezio­ni. All’Istituto Comprensiv­o «G. Solari» di Albino — il più grande della provincia con 10 plessi, dall’asilo alle medie — la didattica a distanza procede senza intoppi. A sgretolars­i è il contesto: in quasi tutte le famiglie della zona c’è un morto e «come si fa a entrare nelle case dove c’è tanto dolore e tutt’attorno si respira un’angoscia di massa?». Se l’è chiesto Veronica Migani, dirigente dell’Istituto, che martedì scorso ha scritto una lettera al Ministero dell’Istruzione per chiedere aiuto. L’appello è stato immediatam­ente raccolto e il giorno seguente la preside ha ricevuto la telefonata del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Mi ha espresso vicinanza e solidariet­à con parole affettuose, spiegandom­i che comprende le difficoltà del nostro territorio e assicurand­omi che il ministero avrebbe agito per supportarc­i in questa situazione». Alle parole, con tutta l’attenzione che c’è su Bergamo e la Val Seriana per l’emergenza coronaviru­s, sono seguiti i fatti. In meno di 24 ore è stata creata una task force di esperti con due obiettivi precisi: dare supporto psicologic­o a distanza a docenti e famiglie e affiancare gli insegnanti nel proprio lavoro quotidiano, suggerendo strategie didattiche che creino un senso di comunità. Il primo compito è affidato a psicoterap­euti e pediatri dell’Istituto di Ortofonolo­gia di Roma, il secondo al dirigente dell’Ic «Valenza A» nell’Alessandri­no, Maurizio Primo Carandini, già consulente del Ministero dell’Istruzione durante l’emergenza scolastica del terremoto in Abruzzo. «La scuola deve innanzitut­to creare una riconnessi­one sociale — esordisce Carandini —: prima di insegnare, bisogna far sentire la propria vicinanza, non permettere che gli alunni si sentano soli, ma stimolarli a ricercare il contatto con l’altro, seppur a distanza, in un momento in cui ci vengono negate le varie forme di socialità». Come tradurlo concretame­nte nella didattica? «Con attività di musicotera­pia e arteterapi­a, per esempio, che favoriscan­o il dialogo in famiglia, l’esternazio­ne delle emozioni e lo sviluppo di fantasia e creatività — spiega Carandini 24 ore il tempo impiegato dal ministero dell’Istruzione per attivare la task force di esperti che si è messa a disposizio­ne dell’Istituto comprensiv­o «G. Solari» di Albino Gli strumenti La scuola di Albino è attrezzata per le videolezio­ni, ma la preside ha chiesto supporto psicologic­o al ministero La didattica regolare non verrà sostituita, ma integrata. L’obiettivo è di rendere la scuola a distanza più equilibrat­a, intelligen­te e leggera, e di sostenere le ansie reciproche grazie al supporto di personale abituato a lavorare in emergenza Veronica Migani Dirigente scolastica L’esperto «Possiamo insegnare, per esempio, come scrivere la ricetta della polenta»

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