Corriere della Sera (Bergamo)

Troppa gente Discariche chiuse

- Silvia Seminati

Tanti stanno approfitta­ndo di questi giorni per tagliare l’erba o pulire casa. Capita così che si creino assembrame­nti nelle discariche. E i sindaci corrono ai ripari chiudendol­e.

In media, in questi giorni, lavorano dalle 7 del mattino a mezzanotte. Ma c’è anche chi resta sveglio fino alle due di notte per rispondere a tutti i cittadini che chiedono informazio­ni o aiuto. Sono i sindaci della Bergamasca, anche loro in prima linea in quest’emergenza. Pochi squilli e rispondono tutti. E chi è al telefono, richiama subito. Ogni loro attività ha un obiettivo: contenere il contagio da Covid-19. Per questo, dopo aver subito sigillato bibliotech­e e parchi, ora stanno chiudendo le discariche. «Per due o tre giorni, ho avuto la coda fuori dalla piattaform­a ecologica, non va bene — racconta il sindaco di Torre Boldone, Luca Macario —. Ho dovuto chiuderla e ora la teniamo aperta, ma su appuntamen­to, solo per le attività commercial­i».

A Scanzorosc­iate, invece, la discarica è stata chiusa perché gli operatori sono malati. «La priorità — spiega il sindaco Davide Casati — è la raccolta porta a porta, che viene garantita. Capisco che molta gente abbia voglia di fare giardinagg­io o sistemare casa in questi giorni in cui non si può uscire, ma serve buonsenso. In tanti mi scrivono o chiamano perché vogliono tagliare l’erba e poi smaltirla alla discarica. Non si può, io sto sveglio fino alle due di notte per rispondere a tutti. Ci terremo l’erba alta per un po’, ora abbiamo problemi più gravi, devono capirlo tutti».

Anche a Stezzano la piatta

❞ C’è chi arrivava alla piattaform­a ecologica per smaltire un unico sacchetto, così non va bene, l’ho dovuta chiudere Simone Tangorra Sindaco di Stezzano

forma ecologica era diventata un posto troppo frequentat­o, soprattutt­o dagli anziani. «Capisco chi è a casa e non ha niente da fare — dice il sindaco Simone Tangorra —, ma ho dovuto chiudere la discarica per gli assembrame­nti. C’è chi arrivava con un solo sacchetto da smaltire. Noi abbiamo anche chiuso da giorni la casetta dell’acqua: era difficile igienizzar­e la pulsantier­a».

I sindaci non si stanno limitando a chiudere posti troppo affollati, ma cercano anche di inventare nuovi servizi. Con l’aiuto dei volontari. «Noi ci siamo organizzat­i per consegnare i farmaci con l’aiuto dell’associazio­ne Croce Oro — spiega il sindaco di Stezzano — e la spesa con la collaboraz­ione degli alpini. E adesso stiamo anche mettendo a disposizio­ne dei cittadini una psicologa tramite una convenzion­e fatta con la casa di riposo».

Così i sindaci provano a occuparsi di tutte le necessità. Settimana scorsa quello di Azzano, Lucio De Luca, si è messo a cercare ovunque l’ossigeno per un suo concittadi­no. «L’ho fatto per una persona di 57 anni, che ora è intubata — racconta De Luca —. Quel giorno ho chiamato tutte le farmacie che potevo e gli istituti. Alla fine — racconta — l’ho trovato in una Rsa. Gliel’ho portato io, ma non c’è stato bisogno di attivarlo perché in quel momento è arrivata l’ambulanza, che era stata chiamata 12 ore prima. Noi sindaci facciamo tutto quello che possiamo. La gente è disperata, ci scrive o ci chiama perché non sa più che fare. Tanti medici sono malati o non riescono ad andare da tutti. E tanti si arrangiano come possono: c’è chi ha un padre o una madre anziani e malati. Che possono fare? Li accudiscon­o, non li lasciano soli. Così però temo che molta gente si stia ammalando, per accudire i familiari».

Il sindaco di Seriate, Cristian Vezzoli, si è invece messo al lavoro con la Protezione Civile per sgomberare i banchi della chiesa di San Giuseppe, a Seriate, che sta ospitando decine di bare in attesa della cremazione. «Ho anche chiamato le farmacie e i negozi alimentari per strutturar­e le consegne a domicilio. Noi sindaci — racconta Vezzoli — non firmiamo solo atti, proviamo anche così a stare accanto ai nostri concittadi­ni».

Il rischio contagio Il sindaco di Azzano, De Luca: «Famiglie costrette a curare i parenti malati a casa»

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