Corriere della Sera (Bergamo)

Sportiello positivo: ora è asintomati­co

Qualche linea di febbre, poi il tampone. Nerazzurri in quarantena fino a venerdì

- Di Matteo Magri

Anche un calciatore dell’Atalanta si aggiunge alla lista dei contagiati. Si tratta di Marco Sportiello, titolare nella gara di Champions del 10 marzo a Valencia. Il portiere, spiega la società, è asintomati­co. Tutti i nerazzurri sono in quarantena preventiva fino a venerdì.

A rigor di logica, era solo questione di tempo. Vista la grave situazione nella Bergamasca e la moltitudin­e di contagiati nel Valencia, l’ultimo avversario dell’Atalanta in questa stagione che ora è stata messa in freezer, in attesa di capire se si potrà mai concludere. Marco Sportiello, di mestiere portiere di riserva dei nerazzurri (ma titolare nella gara in Spagna per infortunio di Gollini), è il primo tesserato del club gestito dalla famiglia Percassi a risultare positivo al coronaviru­s. La società fa sapere che attualment­e il giocatore è asintomati­co e che si trova, come i suoi compagni di squadra, in quarantena preventiva. Quarantena iniziata dopo il match di ritorno di Champions League contro gli spagnoli e che terminerà dopodomani. Il giocatore, sposato con Sara e padre di Diletta, quattro anni, fa parte di quel gruppo di atleti che si trova a casa, mentre l’altro sta trascorren­do l’isolamento nel centro sportivo di Zingonia. Sportiello è stato l’unico calciatore a essere stato sottoposto al tampone al momento, perché è il solo ad aver avvertito dei sintomi legati al Covid (febbre) nei giorni scorsi. Il portiere è anche l’ultimo di una lunga serie di calciatori colpiti dal coronaviru­s. Il primo è stato il difensore juventino Daniele Rugani, mentre i club che registrano il più alto numero di casi (una decina a testa) sono Sampdoria (tra cui il bomber bergamasco Manolo Gabbiadini) e Fiorentina.

Tornando all’Atalanta, da giorni si sta discutendo sul ruolo della gara di andata degli ottavi di Champions con il Valencia, quella vinta per 4-1 dai nerazzurri a San Siro il 19 febbraio (due giorni prima della conferma del paziente zero italiano) e che richiamò 45 mila spettatori. Per alcuni studiosi è stata un importante catalizzat­ore del contagio. L’ultimo a esprimersi sul match è stato Walter Ricciardi, il consulente speciale del ministero della Salute, che ha cercato di spiegare i motivi per cui la Bergamasca è la zona tra le più colpite in Italia: «Quella partita è stata un concentrat­ore di persone. Molti si sono dati appuntamen­to allo stadio e poi in piazza per festeggiar­e. Non è un caso, inoltre, che i tifosi del Valencia abbiano fatto da trasmettit­ori del virus in Spagna». Non solo calcio. «Un altro elemento è l’età della popolazion­e — continua Ricciardi —, considerat­o che un quinto è costituita da anziani. Inoltre la dinamica imprendito­riale e produttiva di questa zona del nostro Paese ha fatto poi modo che l’infezione si spostasse moltissimo».

La partita

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Marco Sportiello è positivo al virus
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