Domenica l’ospedale da campo «Operativo da martedì»
Si lavora giorno e notte in Fiera per la realizzazione dell’ospedale da campo. La struttura degli alpini viene allestita anche grazie al contributo di tanti volontari. Secondo le ultime previsioni si calcola di riuscire a completare il montaggio di tutte le strutture e l’installazione degli impianti per il fine settimana. Dopo di che si tratterà di sistemare attrezzature, macchinari e arredi. La struttura poi dovrebbe essere operativa dalla giornata di martedì prossimo. Intanto sono arrivati i primi militari russi. In tutto saranno 500 e contribuiranno sanificando gli spazi delle case di riposo in provincia.
Nel giorno in cui i primi morti tornano a Bergamo, sotto un cielo grigio, i numeri incoraggiano un poco. Stando alla Regione, da tre giorni l’aumento delle vittime ha rallentato: lunedì erano 112 in più, martedì 91 e ieri il balzo si è ridotto ulteriormente a 61. Certo, il totale atterrisce: 1.328 decessi, che poi sono solo una parte di quelli reali, con tanti paesi che solo a marzo hanno superato il totale dell’anno scorso. A Nembro siamo a 130. In tutto il 2019 erano stati 120. Il sindaco Claudio Cancelli conferma però l’inversione della curva: «La settimana terribile del 10 marzo avevamo una media di 9 morti al giorno. Ora è scesa a 3». In generale, non si può dire lo stesso per i contagi: martedì erano stati 257 in più, ieri 344. E così anche la quota dei 7 mila è superata: sono 7.072 con Bergamo a 891 positivi, Nembro 190, Albino 185. Il virus si è diffuso molto a Seriate, con 180 casi, Alzano (160), Dalmine (149) e Treviglio (126), ma anche a Zogno (109), Clusone (97) e Romano (94).
Case di riposo in linea
Non esiste un dato ufficiale, ma la statistica è ormai nota ai direttori delle principali Residenze socio assistenziali sul territorio, le case di riposo per anziani. Sono 65 in tutta la Bergamasca, per 6.048 posti letto. E nell’ultimo mese e mezzo risultano indicativamente 500 pazienti morti, circa l’8% di tutti gli assistiti. Il caso più complicato riguarderebbe la Rsa di Zogno, con oltre una trentina di deceduti. Ma nel complesso la mortalità, considerato il periodo da metà febbraio a oggi, sarebbe salita di oltre il 300% rispetto alla norma, quindi da una media di 120 decessi in un periodo di 45 giorni ai 500 che si registrano adesso. Anche nelle case di riposo, quindi, il divario appare simile a quello di cui devono prendere atto gli uffici anagrafe dei Comuni, con un’accentuazione in città, dove vengono registrate anche le persone decedute al Papa Giovanni e alle Gavazzeni.
Mascherine in ritardo
Prosegue intanto la fornitura di mascherine da parte di Ats, tra materiale acquistato direttamente dall’agenzia oppure donato dalle aziende del territorio. Tra lunedì e martedì è proseguita la distribuzione di 6.000 mascherine chirurgiche e 1.300 mascherine ffp2, con filtro, proprio nelle Rsa, ma anche di 8.090 ffp2, con flaconi di gel disinfettante, per i medici di base. Ma la capillarità e rapidità della consegna non sono sempre garantite. Risulta, per esempio, che le mascherine con filtro stiano arrivando solo adesso ad alcune Rsa. Non solo. «Solo martedì — racconta il segretario della Federazione italiana Medici di medicina generale, Mirco Tassinari, contagiato e a casa — il nostro studio ha ricevuto le prime mascherine ffp2 da quando è iniziata questa emergenza. Proseguiamo nella nostra lotta quotidiana. Io tento almeno di svolgere attività telefonica con i pazienti».
La preghiera e le urne
Dopo Ponte San Pietro, anche da Seriate è stato organizzato ieri mattina un trasferimento di feretri. Otto mezzi militari si sono fermati alle 8.30 davanti alla chiesa di San Giuseppe, in cui erano state sistemate 45 bare arrivate dai paesi della Val Seriana. Dopo una benedizione e la sanificazione, le bare sono state caricate sui camion dell’Esercito, 20 dirette a Ferrara e 25 nel vicino paese di Copparo. Ma già nel corso della mattinata ne sono arrivate altre 6. E alle 13.30 i carabinieri hanno portato al cimitero di Bergamo 113 urne con le ceneri dei primi defunti trasferiti nel Ferrarese.
È seguita una commemorazione con il vescovo Francesco Beschi, il sindaco Giorgio Gori e il comandante dei carabinieri Paolo Storoni.
Crescita del 300% A marzo sono deceduti circa 500 pazienti nei ricoveri. Solo a Zogno sono stati una trentina