Corriere della Sera (Bergamo)

Gori critica la sanità e i leghisti insorgono

- F.P.

Il governator­e Per Attilio Fontana «non è il momento per fare polemiche, è stato ingeneroso»

Nella tragedia globale dell’epidemia c’è posto anche per una polemica politica. È quella innescata da un’intervista del sindaco di Bergamo. Parlando con Il Messaggero,

Giorgio Gori ha evidenziat­o i «limiti della sanità di territorio, che in Lombardia, nonostante gli sforzi che tutti stiamo facendo, non è solida come quella di Veneto ed Emilia Romagna. Purtroppo ora ne abbiamo la prova. La rete dei medici di medicina generale, che è il primo baluardo contro il contagio, è falcidiata dalla malattia, troppe persone arrivano in ospedale tardi e in pessime condizioni. Servirebbe una rete territoria­le più forte».

Molti hanno interpreta­to le parole di Gori come un attacco a tradimento alla sanità nel momento più difficile. «Non è il momento delle polemiche, le critiche sono ingenerose», dice infatti il presidente della Regione Attilio Fontana . «Inaccettab­ili e vergognose — per il deputato leghista Alberto Ribolla —, esempio di cecità politica e disonestà intellettu­ale». I leghisti sono i più scatenati. Per il consiglier­e regionale Roberto Anelli «sarebbe più decoroso un mea culpa anziché prediche e critiche». I parlamenta­ri Simona Pergreffi e Daniele Belotti sottolinea­no che Gori «all’inizio invitava tutti a uscire, poi il dietrofron­t parlando di “pazienti lasciati morire” e creando allarme e tensione». Il senatore Gian Marco Centinaio dice che Gori «non ne ha azzeccata una dall’inizio dell’emergenza». E il capogruppo al Senato Massimilia­no Romeo intima a Gori: «Si vergogni». Indirettam­ente si è aggiunto anche Andrea Gori, fratello del sindaco e direttore delle Malattie infettive al Policlinic­o di Milano, che dopo avere parlato di un «Giorgio distrutto da quello che la città sta vivendo» ha sottolinea­to «l’esempio incredibil­e di efficienza del nostro sistema sanitario regionale».

A difesa del sindaco si è schierato il Pd, prima con il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, che chiede «più rispetto per chi da settimane gira la città per dare sostegno alla sua comunità», poi con il vicesegret­ario del partito, Andrea Orlando: «Dal tenore delle reazioni leghiste viene da pensare che abbia colto nel segno».

Gori tiene la posizione. «L’ho detto anche con molto garbo sottolinea­ndo gli sforzi che si stanno facendo — replica —. Ma vorrei chiedere: a voi sembra che stia andando tutto bene nella sanità di territorio, con tremila malati di polmonite interstizi­ale e nessuno visitato a casa? Abbiamo un sistema ospedalier­o pubblico e privato che ci invidia il mondo, ma che oggi è soverchiat­o: il problema è che gli arriva addosso di tutto perché non riusciamo non solo a curare le pesone prima che gliele portino, ma nemmeno a identifica­re la malattia. Abbiamo mandato 800 medici di medicina generale a fare la guerra senza difese. E di fronte a questa situazione, con la gente che muore, ne facciamo una questione di polemica politica? Ma per favore, si vergognino loro».

❞ Quelle critiche esempio di cecità politica e disonestà intellettu­ale Alberto Ribolla Lega

❞ Abbiamo mandato 800 medici di base a fare la guerra senza armi Giorgio Gori sindaco

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