Corriere della Sera (Bergamo)

«Tampone a tutti i medici, si è perso troppo tempo»

Buoni risultati per il comparto del liquido

- Di Armando Di Landro

Un sistema produttivo e distributi­vo sotto stress, ma proattivo nell’organizzaz­ione dell’emergenza. È quello dell’ossigeno terapia domiciliar­e con richieste di volumi e problemati­che annesse mai registrate (ed affrontate) prima. Da 400 assistiti sul territorio si è passati a oltre 1.500 nel giro di un mese. Per questo la task force istituzion­ale, composta da Ats Bergamo con le principali aziende produttric­i di ossigeno liquido, con le Forze dell’Ordine (Carabinier­i e Vigili del Fuoco in primis), con la Protezione civile e con le quattordic­i Unità territoria­li per l’Emergenza sociale, ha ottimizzat­o un piano logistico per questo delicato problema. La Bergamasca è stata divisa così in sette zone che sono state messe in capo al altrettant­e aziende del settore; Vitalaire (società del gruppo francese Air Liquide), Vivisol di Monza, Gastecnici di Foligno, Medigas di Bergamo, Medicare di Origgio, Linde Gas Italia di Arluno e Sapio di Monza. Con questo ridisegno della geografia logistica della provincia, attivato dall’altro ieri, l’obiettivo è quello di renmicilio dere meno dispersivo, più rapido ed efficiente il servizio di recapito di ossigeno terapia a domicilio.

Ventiquatt­r’ore possono, però, essere considerat­e solo una sorta di rodaggio di un meccanismo che dovrà oliarsi con il tempo. «L’ottimizzaz­ione logistica sta dando buoni risultati nel comparto dell’ossigeno liquido», spiega Massimo Panzeri, manager di Sapio. Contenuta in appositi bomboloni da 31 litri, questa fornitura può durare anche fino a 2 settimane con un’erogazione continua di 24 ore. Tramite il medico di base e il farmacista di riferiment­o, l’azienda recapita presso il dodel malato la fornitura, con un costo di circa 16 euro. Generalmen­te questo è il range del tariffario, perché, ieri, in avvio di procedura, un’azienda aveva richiesto 50 euro, un prezzo ritenuto «ingiustifi­cato» da parte di alcuni farmacisti della zona interessat­a. Partite le proteste, la vicenda è rientrata in poche ore, con un riallineam­ento della tariffa di consegna.

Qualche problema, come conferma ancora Panzeri, si sta invece verificand­o nella gestione delle bombole ad ossigeno gassoso che, con una capienza di 14 litri, hanno una durata inferiore alle altre. «Succede che un fornitore si trovi a gestire zone e pazienti che, fino al giorno prima, erano di pertinenza di un’altra ditta. Ne consegue — evidenzia — una sovrapposi­zione che dà qualche problema logistico tra le aziende, che cercheremo di ovviare al più presto».

Nessuno si sta risparmian­do perché la volontà dell’efficienza predomina su tutte le difficoltà di approvvigi­onamento. Non di ossigeno ma di bombole. In Italia è solo un’azienda, la Hwm di Livorno a produrre serbatoi e contenitor­i criogenici trasportab­ili, nell’ambito dell’ossigeno terapia domiciliar­e. «Inutile dire che sta facendo i miracoli — conclude Panzeri — ma a fronte di un fabbisogno così alto bisogna cercare di ottimizzar­e al massimo ogni fornitura. Per questo abbiamo chiesto che l’Ats possa istituire un numero unico al quale le aziende fornitrici facciano riferiment­o per la ridistribu­zione delle bombole. A fine giornata si fa uno screening delle forniture e se una zona della provincia ha bombole non utilizzate, queste possono essere destinate a chi ne ha bisogno ed è rimasto senza».

La raccomanda­zione unanime è sempre la stessa: chi ha bombole vuote deve restituirl­e perché possano subito essere rimesse in circolo.

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La scheda  Tra le aziende che producono ossigeno, ci sono la bergamasca Siad (foto) e la Sapio, brianzola con sede anche a Treviglio

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