Quei collettivi nati per dire grazie ai medici
Stessa canzone suonata nelle rispettive case trasformate in studi di registrazione
Restano nelle loro case, attrezzate a studi, ma suonano insieme la stessa canzone. Sono sempre di più i musicisti che si esibiscono sui social per non fermare l’arte, battere la paura e sensibilizzare sul rispetto delle regole.
Il collettivo Bergamo Reunion promuove lo slogan #iorestoacasa, esibendosi in una versione speciale di «Don’t worry be happy» di Bobby McFerrin, dando prova di interfairplay e raccogliendo centinaia di view. «Stiamo vivendo molte difficoltà, tra concerti annullati o rinviati a data da definire e scuole chiuse. Tuttavia vogliamo dare un messaggio: siate fiduciosi, adoperatevi affinché possiate fare del bene al prossimo. Ogni piccola buona azione è una minuscola fiamma che attecchisce e si diffonde», afferma la cantante Martina Cirillo, che ha lanciato il progetto e si è occupata del montaggio del video.
Fanno parte del collettivo Giovanni Colombo al piano, Alessia Marcassoli alla voce, Virginia Sutera al violino, Marco Gotti e Marco Scotti ai sassofoni, Alessandro Marzetti a tromba e flicorno, Alex Crocetta alla tastiera synth, Ermanno Novali all’organo, Davide Capoferri e Francesco Gervasoni alle chitarre, Matteo Belotti al basso e Luca
Bongiovanni alla batteria.
Stesso spirito e stesso slogan per la clip lanciata da Zhong Lin, che prima dell’emergenza dirigeva, insieme ai genitori, un ristorante cinese alla Celadina e coltiva la passione per il canto, tanto che un suo video è stato trasmesso da «Striscia la notizia» e ha partecipato alle audizioni per «Italia’s got talent»: sua l’idea di registrare una cover di «We are the world», dalle oltre duemila visualizzazioni, coinvolgendo 22 amici, tra cantanti professionisti e non.
Giada Fasce, di Caravaggio, professione ragioniera, cantante per passione, si è esibita su Facebook in «Marlena torna a casa» dei Manenskin, reinventando il testo a tema: «Forza ragazzi stiamo a casa, il virus si fa sentire, chi proprio vuole può uscire, però sappiate che uscendo potreste anche morire». «Non è possibile assistere a certi comportamenti, sono una runner, ma non mi sognerei mai di uscire fuori a correre, anche solo per il fatto che darei un cattivo esempio», si arrabbia Giada.
Ai medici del Papa Giovanni di Bergamo è, invece, dedicato «Heroes» di David Bowie dai Manukà, suonato stando ognuno a casa propria: sono il batterista Fabio Zonza, che fa parte dei trevigliesi Moody, il bassista Igor Bellei, il chitarrista Andrea Nichetti, tutti di Vimodrone, la cantante Emanuela Torriani, di Cologno Monzese. «Il nostro grazie è rivolto ai medici, che stanno dando il massimo, con spirito di abnegazione e coraggio, in particolare a quelli del Papa Giovanni di Bergamo, l’ospedale più sotto pressione», precisa Zonza.