L’impresa va in rete
I musei aziendali mettono on line archivi e collezioni, dalle foto storiche ai documenti alle pubblicità
Questi strani giorni di eremitaggio domestico possono invogliare la curiosità di aprirsi a nuove conoscenze. Come quelle legate alla cultura e alla storia dell’economia in Italia, scoprendo racconti e immagini autentici, alla portata di tutti. In tempi di viaggi digitali, è sufficiente collegarsi al sito di Museimpresa, la rete di collezioni e archivi d’impresa nata a Milano nel 2001, che oggi conta più di 80 aderenti. Raccolte inconsuete e speciali, che invece di conservare opere d’arte tradizionali conservano documenti e testimonianze di aziende, produzioni industriali o attività terziarie: oggetti d’epoca, macchinari, pubblicità, gadget, affiches, cataloghi e brochures, bozzetti e disegni, fotografie. Un patrimonio unico di beni culturali che raccontano manifatture, mestieri, ingegni, abilità, ricerche.
«Negli archivi e musei d’impresa sono contenute storie straordinarie di donne e di uomini che hanno inventato, sperimentato, prodotto e costruito ricchezza, lavoro, relazioni sociali», spiega il Presidente dell’ente Antonio Calabrò. Il sito museimpresa.com presenta per ogni aderente una scheda descrittiva esauriente e ricca d’immagini che rimanda ai siti individuali: qui e sui rispettivi canali social Facebook e Instagram i vari soci si sono impegnati per consentire a tutti la fruizione virtuale dei loro patrimoni. Vediamo qualche esempio partendo dalla Lombardia. La Rinascente (nome azzeccatissimo coniato da Gabriele d’Annunzio) ha creato il progetto archives.rinascente.it: una timeline illustrata che inizia nel 1865 degli «antenati», i Magazzini Bocconi di via Santa Radegonda, e prosegue poi dal 1917 agli anni 90 con la vera e propria Rinascente. Fondazione Fiera Milano propone manifesti e immagini fotografiche a partire dall’Esposizione Internazionale del 1906 fino alle Fiere Campionarie degli anni Sessanta, mentre Fondazione Pirelli permette di sbirciare le locandine direttamente nei cassetti e di rivedere storici Caroselli: imperdibile il cartone «Mammut, babbut e figliut», anno 1963, dei Fratelli Gavioli. Al Museo Kartell, marchio che ha prodotto nel tempo vere icone di design, si entra grazie a un tour virtuale così come al
Mumac, Museo della Macchina da Caffè del Gruppo Cimbali, dove informarsi sulla storia del caffè espresso in Italia ,dalle prime macchine a vapore con fregi Liberty fino agli attuali apparecchi elettronici. Ricchissimo poi l’Archivio storico del Touring Club Italiano, nato a Milano nel 1894, che raccoglie documenti, cartografie e foto sul tema dei viaggi e non solo: su 350mila stampe vintage collezionate se ne possono consultare 6.491 digitalizzate. E visto che attraverso il web ci si può muovere restando sul divano, nulla vieta di spingersi fino a Parma, all’Archivio Storico Barilla, o a Trivero, Biella, per esplorare taccuini e tessuti a Casa Zegna, o ancora a Sansepolcro, provincia di Arezzo, dove in un palazzo storico Aboca ha ricostruito un’antica erboristeria.