Ossigeno, 40 mila litri per l’ospedale in Fiera
I primi sono arrivati ieri mattina alla casa di riposo di via Gleno: quindici fra soldati e tecnici, hanno effettuato il primo sopralluogo delle aree da sanificare. Il contingente di 104 medici e tecnici militari russi è arrivato l’altra notte a Orio, ha lasciato i mezzi nella base del 3° Reggimento Aves Aquila ed è andato a dormire all’hotel San Marco. Poi i tecnici specializzati che si occuperanno della sanificazione di tutte le case di riposo hanno cominciato a mettersi all’opera. I 32 medici inizieranno un periodo di affiancamento con i colleghi del Papa Giovanni, in attesa che venga completato l’ospedale da campo.
Ieri in Fiera erano al lavoro oltre duecento persone. Ma il compito più complesso era quello cui si stava dedicando un gruppetto di tecnici: la realizzazione dell’impianto di erogazione di ossigeno, aria medicale e vuoto con la relativa rete di distribuzione.
In Fiera ci sarà una centrale di ossigeno liquido con un serbatoio da 26 mila litri e uno da 14 mila, dai quali 4,3 chilometri di tubi di rame distribuiranno i gas a 364 prese collocate vicino ai letti dei pazienti. Ci sono poi bombole e pacchi-bombole per l’emergenza, una centrale di produzione dell’aria medicinale (è quella esterna più volte filtrata e poi miscelata all’ossigeno) e una centrale endocavitaria per il vuoto (per i casi di soffocamento). Si tratta di un impianto sovradimensionato rispetto alle attuali misure dell’ospedale, per poter fare fronte a ulteriori ampliamenti. Una volta realizzato dovrà essere igienizzato con l’azoto e poi collaudato a pressione quattro volte. Per tutto questo si calcola che servirà una settimana, ed è il motivo per cui la nuova previsione di apertura dell’ospedale è dice che si aprirà forse venerdì prossimo. L’impianto costa 400 mila euro, somma già vicina al prezzo di costo per i francesi di Air Liquide che hanno anche praticato uno sconto di 50 mila euro. La Flow Meter di Levate ha donato 45 mila euro di materiali per la realizzazione dell’impianto, dispositivi per ossigenoterapia, unità flussometriche per Cpap, regolatori di vuoto per l’aspirazione e contenitori per i liquidi aspirati. Il resto della somma è stato raccolto dall’Accademia dello Sport. L’impianto resterà infine di proprietà della Protezione civile degli alpini.
«È un’opera immane, non credo che sia mai stato realizzato un impianto di queste dimensioni in così pochi giorni», commenta Roberto Paratico della Flow Meter. L’ospedale avrà 16 moduli da 8 a 12 posti letto, ognuno isolato e indipendente. Il totale è stato di nuovo ritoccato: oggi i posti previsti sono 72 per terapia intensiva e subintensiva, 70 per la degenza e 6 per triage e infermeria, più spogliatoi, magazzini, mensa e bagni.