Contagi, torna l’allarme rosso
Balzo di 600 positivi, 195 morti in un giorno. E in Val Cavallina qualche sindaco propone quarantene di 25 giorni
Dopo i timidi rallentamenti, il contagio del Covid-19 è tornato ai ritmi di una settimana fa. I casi sono aumentati di 602 (il giorno prima, di 386), salendo a 8.060. I morti sono passati da 1.422 a 1.617, 195 in più (il giorno prima, 94). Intanto, è iniziata la sanificazione dei tecnici russi insieme ai colleghi italiani: ieri, nelle case di riposo di Alzano e di Nembro. E in Valle Cavallina ha fatto discutere la bozza di un avviso con cui i 20 sindaci indicavano ai cittadini la quarantena di 25 giorni anziché di 14, dopo tamponi ancora positivi a distanza anche di tre settimane dai primi.
Un avviso urgente per i cittadini dei comuni della Valle Cavallina ha puntato il faro sulla migliore arma per arginare il contagio, la quarantena, che porta però con sé diverse incertezze. Nella bozza del documento sfuggita di mano ma poi stoppata fino a oggi, quando uscirà modificata, anche dopo un confronto con l’Ats, si parlava di 25 giorni rispetto alla regola dei 14. Questo, per i dubbi circolati in chat tra i 20 sindaci, alcuni dei quali sanno di persone positive al secondo tampone anche a distanza di 17 giorni dal primo o addirittura di 3 settimane. Il tema, soprattutto sulla lunga scia dell’emergenza, è il controllo sui familiari dei malati che, rientrando per forza al lavoro o comunque in circolazione, pur con le restrizioni, possono essere vettore di infezioni.
L’avviso dei sindaci
Due le indicazioni nella bozza dell’Ambito della Valle Cavallina. La prima: «I cittadini asintomatici che convivono con pazienti covid positivi devono rimanere in auto quarantena per tutto il periodo necessario alla certificazione della negatività del paziente positivo e per altri 25 giorni». La seconda: «I cittadini che non sono conviventi ma che hanno avuto contatti con pazienti Covid devono mettersi in auto quarantena per almeno 25 giorni dal giorno del contatto».
La regola
Il decreto ministeriale stabilisce che l’auto isolamento di chi ha avuto contatti stretti con un positivo è di 14 giorni. Questo, sulla base dei tempi di incubazione. Ma solo chi è stato sottoposto al tampone è Covid certificato: i ricoverati e alcune categorie, come i sanitari. Pochi, nella marea di malati a casa e in Rsa. Se il tampone di controllo risulta positivo, scattano altri 7 giorni di auto isolamento del malato e altri 7 se, via via, l’esito dovesse essere confermato. I parenti? Si deve dormire e mangiare separatamente, e usare servizi diversi. Cosa che non tutti possono permettersi. «Per i pazienti ci sono gli hotel, il primo è attivo da 10 giorni e il secondo lo sarà da domenica. Oggi (ieri abbiamo avuto i primi trasferimenti dai domicili», ricorda il dg dell’Ats Massimo Giupponi.
Marito e figli di una positiva al sindaco non risultano nella lista della quarantena
Fuori controllo
L’esperienza del sindaco di Luzzana, Ivan Beluzzi, è la fotografia dei buchi neri del monitoraggio dei contagi e delle incertezze sui tempi della malattia. Una sanitaria ha avuto sintomi per tre-quattro giorni, è stata sottoposta al tampone, che è risultato positivo: «Lo era anche il secondo, 17 giorni dopo. Non stava male», racconta il sindaco. Altro caso, un’altra sanitaria senza sintomi ma con il marito positivo ricoverato. «Lei l’ha riferito dove lavora, le provano la febbre tutti i giorni ma, ben protetta, è ancora in servizio — sempre Beluzzi —. Mi ha chiesto un parere, le ho detto: fossi in te mi metterei in quarantena». Dalla prefettura, il sindaco sa chi sono i contagiati, chi è in quarantena obbligatoria e chi in quarantena facoltativa. Marito e figli della seconda positiva (ufficiale) di Luzzana hanno terminato i 14 giorni: «Ma non li ho in nessuna lista, ho detto loro di rimanere in casa. Se estendere i tempi serve, si faccia».
La presidente
Loredana Vaghi guida l’assemblea dei 20 sindaci. Fa retromarcia sull’uscita del documento: «Non era stato condiviso da tutti, c’è stata troppa fretta». Qualche sindaco, in chat, ha fatto presente che la regola è di 14 giorni. Ieri, si sono video-riuniti più volte. Il documento verrà aggiustato sui tempi, ma non nelle intenzioni: «Non vogliamo interferire con l’Ats, lo sistemeremo perché sia chiaro che il nostro è un accalorato invito ai cittadini perché facciano lo sforzo di stare in casa anche oltre i tempi canonici, per contenere il contagio. E a chi ha avuto anche pochi giorni di febbre di comportarsi come se avesse il Covid». Su un caso, tra altri, si interroga: mamma ricoverata e tornata a casa (positiva) quando i figli avevano terminato i 14 giorni: «Saranno ripartiti con la quarantena?».