I MIRACOLI DELL’EMERGENZA
Tutti seguiamo lo sviluppo dell’ospedale da campo alla Fiera. Lo stanno montando gli Alpini e quando sarà pronto la direzione operativa sarà affidata ad Emergency (la direzione sanitaria resterà al Papa Giovanni). Strana accoppiata, gli Alpini ed Emergency: ma solo a non rifletterci bene. È vero, i primi sono — o sono stati — soldati; quelli di Gino Strada sono pacifisti a oltranza. Però, nei fatti, l’ANA ed Emergency lavorano da sempre nella stessa direzione, quella di dare una mano a chi ne ha bisogno, senza chiedere a nessuno la carta d’identità. Intanto, l’altro ieri al cantiere serviva chi dipingesse le pareti di cartongesso che separeranno le «stanze» in cui saranno ricoverati i degenti. In men che non si dica sono arrivati ottanta imbianchini volontari trovati con un appello in rete dei tifosi dell’Atalanta. Alpini, Emergency, supporter nerazzurri. Ma non basta. A breve saranno raggiunti anche dal personale sanitario inviato dalla Russia. Soldati, anche in questo caso; e per di più provenienti non da un paese alleato ma da una nazione storicamente «dall’altra parte». Nel dramma, c’è qualcosa di bello e paradossale nella collaborazione di tutta questa gente catapultata insieme dall’emergenza. Storie, mestieri, culture, tradizioni e ideologie diversissime. Ma quando si comincia a lavorare insieme senza pensare ad altro che al bene comune possono avvenire umanissimi miracoli come questi.