Dopo i corti Nacci torna al sax, sui social
Alberto Nacci e le esibizioni su Facebook con il sax che aveva abbandonato nel 2009 «I miei live dicono siano terapeutici»
L’ultimo concerto l’aveva tenuto nel giugno del 2009, all’apice di tour, partecipazioni a festival e uscite discografiche. Poi, ha deciso di riporre lo strumento nella custodia. Nella clausura Alberto Nacci ha riscoperto il suono del suo sax, riuscendo per qualche minuto a dimenticare il dramma che stiamo vivendo. «Ricevo messaggi che mi commuovono, mi invitano a continuare — spiega il musicista e filmaker, nato a Trapani, da 40 anni con base a Dalmine —. C’è chi dice che il mio sassofono sia terapeutico, altri che alza il morale, fa sognare e rivivere emozioni che ti estraniano dopo una giornata lunga e carica di brutte notizie».
L’artista da qualche giorno pubblica su Facebook alcune esibizioni casalinghe. L’ultima è «Strangers in the night» di Frank Sinatra. «Smettere di suonare è stata per me una forma estrema di sperimentazione del suono — racconta —: quando ho ripreso in mano prima il sax contralto, poi il tenore, ho risentito le vibrazioni di un tempo, ho riscoperto il piacere di suonare». Dopo una ricca attività live, Nacci si è trasformato in un artista imprenditore, dedicandosi alla produzione di documentari culturali, filmati industriali e didattici: nel 2016 ha presentato il lungometraggio «Trento Longaretti, Il concerto» nella sala d’onore dell’Accademia Carrara. Oggi l’artista propone brani di altri, ogni volta con un messaggio di incoraggiamento, da «Estate» di Bruno Martino a «Mi sono innamorato di te» di Luigi Tenco pensando a chi soffre per le proprie condizioni di salute o per la perdita di un congiunto». Tra i pezzi jazz, «Someday my prince will come, colonna sonora di «Biancaneve e i sette nani» della Disney e «In a sentimental mood» di Duke Ellington e Ella Fitzgerald.
Unisce il jazz alle immagini anche il progetto «Body & Sound», una serie di corti, che realizza dal 2014, anno del primo International Jazz Day. «Mi aveva colpito l’interplay tra la cantante Gabriella Mazza e il contrabbassista Marco Gamba che avevo visto suonare a Bergamo, al punto che ho voluto esplorare la relazione tra il musicista e il suo strumento attraverso delle opere di cinema musicale», racconta. I corti sono distribuiti in tutto il mondo da Shorts tv, con sede a Londra. Sono 16 piccole perle e hanno per soggetto in prevalenza jazzisti, come il trombettista Paolo
Fresu, il sassofonista Claudio Fasoli, Israel Varela, a piano, batteria e voce, collaboratore di Pat Metheny, l’arpista Emanuela Battigelli, la danzatrice di flamenco Cristina Benitez, il clarinettista Gianluigi Trovesi, i pianisti Claudio Angeleri e Marco Giovanetti, scomparso di recente. «Vorrei proporli in forma di video spettacolo nella prossima stagione. Anche se mi riprometto di non dimenticarmi mai più del mio sax», conclude.
Progetto
«I corti vorrei che diventassero video spettacolo per la prossima stagione»